Emozioni a cinque cerchi…

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  • Ultima modifica dell'articolo:21/12/2023
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L’anno che fra poco ci verrà incontro, e cioè il 2024, si fregerà di ospitare le Olimpiadi estive, giunte ormai alla loro XXXIII edizione. Un appuntamento sensazionale e intrigante, che questa testata focalizzerà in otto puntate a scadenza mensile, accompagnandovi … per mano al 26 luglio, quando l’ultimo tedoforo accenderà il tripode, con il fuoco quale sacro simbolo delle competizioni. Sede dei Giochi l’affascinante Parigi, come già nel 1900 e nel 1924, a ben 128 anni dal battesimo officiato nell’aprile 1896, su impulso del comitato organizzatore, presieduto dal nobile francese Pierre De Coubertin.

Il barone intendeva ricreare lo spirito agonistico (e di fratellanza fra i popoli) della Grecia classica, rifacendosi alla tradizione di Olimpia, e in quest’ottica la capitale Atene rappresentò la culla della rivisitazione in chiave moderna. Pecche logistiche e competizioni modello sagra paesana, costituirono l’asse portante dell’edizione “pilota” ellenica, che comunque incoronò i primi atleti ammessi in eterno nel pantheon dei campioni; fra costoro il pastore autoctono Spyridon Louis, che conquistò brllantemente la maratona, ricalcando le gesta del mitologico militare ateniese Filippide. Migliaia le persone assiepate nello stadio Panathinaiko, che gli tributarono una calorosa ovazione, all’ingresso del giovanotto nell’impianto.

Il comitato formalizzò una ricorrenza quadriennale delle Olimpiadi, ma le rassegne di Paris 1900 e Saint Louis 1904 passarono decisamente sottotraccia; il centro nevralgico della Belle Epoque ospitò le gare nell’articolato programma dell’Esposizione Universale, aprendo prudenzialmente a qualche partecipante donna, essenzialmente nel tennis, mentre negli States confusione e discriminazioni regnarono sovrani. Accanto alle discipline tradizionali, come atletica, nuoto o pugliato, si tennero anche le cosiddette “giornate antropologiche”, dove si cimentavano individui di razze ritenute inferiori, scherniti dagli spettatori in tribuna.

Il sogno di De Coubertin stava purtroppo naufragando, ma fortunatamente affidò le redini dell’organizzazione alla Corona britannica, in ottica di Londra 1908, dopo il diniego di Roma. Da focalizzare l’avventura di un “collega” di Spyridon, ossia Dorando Pietri (nella foto) alias il “fornaio di Carpi”, che tagliò in solitaria il traguardo, dopo aver percorso i leggendari 42 km e 195 mt, nel ventre della metropoli londinese. Stremato ed esausto sbagliò strada, e nel rush finale venne sorretto da un medico e da un giudice, svenne e per quell’aiutino subì la squalifica, ma la sua titanica impresa è arrivata sino a noi. Per la stringata cronaca, l’oro andò allo statunitense Johnny Hayes: una medaglia che non offuscò di certo il mito di Dorando.

Altro monumento dei Giochi il nativo americano Jacobus Francis Thorpe, detto Jim o Sentiero Lucente, secondo la dizione dei pellerossa; a Stoccolma, nell’estate 1912, Jim trionfò nelle discipline multiple, aggiudicandosi in maniera perentoria sia il pentathlon che il decathlon, ma lo status di (semi)professionista nel baseball, che subdolamente emerse in seguito, attraverso alcuni organi d’informazione di stampo conservatore, lo privò di due allori vinti in modo ineccepibile. Titoli cosparsi del metallo più pregiato, insieme alle felicitazioni del sovrano svedese e dello zar Nicola II, che gli vennero poi conferiti postumi, nel 1983, a trent’anni dalla morte.

Successo e credibilità attorno alla “creatura” del barone, che per il 1916 s’accordò con la tedesca Berlino, quale fulcro della VI edizione. L’efficienza e il pragmatismo teutonico ebbero il sopravvento su altre città in lizza, ma l’attentato di Sarajevo del 28 giugno 1914, dove perirono l‘Arciduca asburgico Francesco Ferdinando e la consorte Sofia, per mano d’indipendentisti serbo/bosniaci, scaraventò l’Europa in un barbaro conflitto, da tutti conosciuto come Grande Guerra, simboleggiata da fangose trincee e condizioni disumane. I Giochi furono di conseguenza annullati, ma Berlino si sarebbe rifatta con gli interessi un ventennio dopo… (1 – continua).

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