Oggi parliamo di cinema…

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  • Ultima modifica dell'articolo:28/02/2024
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Come tutti sanno, il 29 febbraio appare sul calendario ogni quadriennio, di pari passo alle Olimpiadi e agli Europei di calcio. Una data particolare, secondo alcuni funesta, ma che invece da queste colonne vorremmo dedicare alla Settima Arte cinematografica.

In quest’ultimo periodo, il cinema italiano sembra tornato ai fasti del passato; una carrellata di opere pluripremiate, in ambito ufficiale e dal pubblico in sala, a cominciare da C’è ancora domani (di e con Paola Cortellesi), e poi Comandante (di Edoardo De Angelis e con Pierfrancesco Favino), Rapito (per la regia di Marco Bellocchio), Io capitano (diretto da Matteo Garrone), Grazie ragazzi (di Riccardo Milani e con Antonio Albanese), fino a Il sol dell’avvenire (di e con Nanni Moretti) e Volare (esordio alla regia di Margherita Buy).

Lavori tutti di notevole pregio, ma che riusciranno ad entrare nel pantheon degli immortali? In qualità di appassionato, ed ex docente di storia del cinema, nutro sinceramente dei dubbi. Personalmente, non riscontro la purezza estetica dei lungometraggi neorealisti, come Ladri di biciclette di Vittorio De Sica o Roma città aperta diretto da Roberto Rossellini, e nemmeno quella vena mordace e dissacrante inista nella commedia all’italiana, resa maestosa da cineasti quali Mario Monicelli, Dino Risi, Ettore Scola, Marco Ferreri o Luigi Comencini, con titoli come I soliti ignoti, Il sorpasso, L’udienza, C’eravamo tanto amati, Lo scopone scientifico e tanti altri, senza dimenticare il genio un pò onirico e magico di Federico Fellini, autore di capolavori come La dolce vita, Otto e mezzo o Amarcord. Lo stesso dicasi per l’introspezione connessa a Michelangelo Antonioni, da La notte a Blow up, o il cinema di denuncia, l’impegno civile e politico dei lavori di Elio Petri, Francesco Rosi o Giuliano Montaldo, con protagonista molto spesso Gian Maria Volontè, da La classe operaia va in paradiso a Il caso Mattei sino a Sacco e Vanzetti; quello stesso Volontè che debuttò negli spaghetti western di Sergio Leone, un genere che conobbe vari epigoni.

Ora, essendo questa una data … particolare, ci piacerebbe che i lettori interagissero con noi, scrivendo le proprie preferenze nei conmmenti sotto l’articolo, Vi invitiamo perciò a segnalare i vostri film italiani prediletti, per capire se davvero sono tornati i tempi d’oro…

Questo articolo ha 6 commenti

  1. Emanuela Barbera

    I miei preferiti Nuovo Cinema Paradiso e Mediterraneo, storie vicine al vero in paesaggi sensazionali, colmi di poesia, emozioni, vibrazioni.

    1. Germano Galli

      Assolutamente d’accordo su questi titoli… non per niente sia Tornatore che Salvatores vinsero il premio Oscar… Ottima scelta complimenti!!

  2. Germano Galli

    Sono sostanzialmente d’accordo

  3. Chiara B.

    È vero, i film odierni non sono paragonabili a quelli di un tempo. Non sono i film neorealisti di De Sica o Rossellini, non sono nemmeno i film della commedia all’italiana. Non hanno certamente la magia felliniana e nemmeno la volontà o l’impegno civile e politico dei lavori di Petri, Rosi Montaldo ma forse proprio per questo sono film più adatti ai nostri giorni. Credo siano film adatti a far riflettere e stuzzicare un pubblico ben diverso, e non necessariamente migliore o peggiore, di quello che guardava tutti i film citati. I tempi cambiano e l’arte si deve adattare o forse è l’arte che contribuisce a cambiare i tempi?

    1. Germano Galli

      Assai condivisibile la tua analisi Chiara, il pubblico e il contesto sociale sono cambiati nei decenni… Mi rifaccio a una frase di Stefano Satta Flores, in C’eravamo tanto amati di Ettore Scola: “Volevamo cambiare il mondo, invece il mondo ha cambiato noi!”

      1. Tommaso Ricci

        Offrirei anche un’altra prospettiva di gattopardesca memoria….. deve cambiar tutto affinché non cambi niente? Film, e romanzo ovviamente, eccellenti!

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