Emozioni a cinque cerchi…

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  • Ultima modifica dell'articolo:20/05/2024
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Gli anni Settanta, quelli dei diritti civili, della crisi energetica e della polarizzazione ideologica, che da noi raggiunse il culmine con il sequestro e l’omicidio dell’onorevole Aldo Moro, nella lugubre primavera del ’78, si chiusero con l’invasione sovietica dell’Afghanistan. Un’aggressione militare che provocò sdegno ovunque, soprattutto nel democratico occidente; gli Usa annunciarono ben presto il boicottaggio delle Olimpiadi moscovite, dell’estate 1980, seguiti da alcuni alleati, come la Germania Ovest, la Norvegia e il Canada, ma anche Giappone, Cina e i Paesi arabi. L’Italia (come Francia e Gran Bretagna) si presentò senza bandiera nazionale, lasciando a casa gli atleti militari in servizio effettivo.

Una cerimonia d’apertura lunghissima e tesa ad esaltare il modello sovietico; Giochi dimezzati anche a livello qualitativo, sebbene non mancarono fuoriclasse assoluti, come gli inglesi Steve Ovett e Sebastian Coe, vincitori rispettivamente degli 800 m e dei 1500, o l’etiope Miruts Yfter, che s’impose nei 5000 e nei 10000. Grandioso il sovietico Vladimir Salnikov in piscina, re dei 400 sl e dei 1500, mentre in campo femminile, la Ddr s’aggiudicò 11 ori sui 13 disponibili in vasca, oppure il ginnasta di casa Aleksandr Ditjatin, che si mise al collo 8 medaglie complessive, ottenendo il primo 10 al maschile, al cavallo con maniglie, imitato dal connazionale Nikolaj Andrianov, con 5 podi totali. La selezione jugoslava vinse il torneo di basket, sconfiggendo all’atto decisivo l’Italia, che clamorosamente regolò l’Urss in semifinale. Addirittura 80 gli ori targati Cremlino; ben distante la Ddr con 47 e buona quinta l’Italia con 8, fra cui il puglie Patrizio Oliva, il judoka Ezio Gamba, il marciatore Maurizio Damilano, nella 20 km e le due stelle: Sara Simeoni, che con 1.97 m superò la rivale storica Rosemarie Ackermann (Ddr), e un commovente Pietro Mennea (foto), autore di una rimonta pazzesca nei 200 m, con il tempo di 20 sec e 19 cent, beffando di un solo centesimo l’inglese Alan Wells. Emozioni tinte d’azzurro, ma sabato 2 agosto, un ordigno neofascista occultato nella sala d’aspetto della stazione di Bologna, provocò 85 morti e oltre 200 feriti, gettando la Penisola nella disperazione.

La Strategia della tensione in un mondo bipolare, con gli Usa che elessero alla presidenza il repubblicano e anticomunista Ronald Reagan, acuendo di fatto il muro contro muro con l’Urss. All’americana Los Angeles venne commissionata l’organizzazione dell’Olimpiade 1984, a cui non parteciparono, quale contro boicottaggio, i Paesi del Patto di Varsavia, eccetto la Romania, ma anche Cuba, Vietnam, Iran, Corea del Nord, Angola e altri. In un contesto volto a celebrare la potenza economica e multiculturale americana, brillò lucentissima la stella di Carl Lewis, il ragazzo di colore dell’Alabama che eguagliò Jesse Owens, con gli ori nei 100 m, 200, staffetta 4×100 e salto in lungo. Fantastico il marocchino Said Aouita, dominatore dei 5000, o il trentasettenne portoghese Carlos Lopes che s’aggiudicò la maratona, mentre il mitico Edwin Moses ripetè l’oro del ’76 nei 400 ostacoli. Il nostro ragionier Alberto Cova trionfò nei 10000, mentre la Simeoni non andò oltre l’argento, arrendendosi alla rediviva tedesca Ulrike Meyfarth. Incetta di medaglie azzurre nella scherma, così come nel pentathlon Daniele Masala acciuffò l’oro individuale e nella prova a squadre, come del resto Luciano Giovannetti confermò il titolo nel tiro a volo e Vincenzo Maenza nella lotta greco/romana. Di rilievo il nuotatore teutonico Micheal Gross, oro nei 200 sl e nei 100 farafalla, e pure il canadese Alex Baumann, re dei 200 e 400 misti, mentre il tuffatore di casa Greg Louganis colse il metallo più prezioso sia dalla piattaforma che dal trampolino, e la formazione americana trionfò anche nel torneo di volley maschile, oltre che a pallacanestro. Un computo di 83 ori per gli Usa, seguiti dalla Romania a 20 e l’Italia di nuovo quinta a 14, con l’appuntamento per il 1988 fissato a Seul, nella Corea del Sud filooccidentale e capitalista, non sapendo che la contrapposizione est/ovest fosse ai titoli di coda. (7- continua).

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