Emozioni a cinque cerchi…

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  • Ultima modifica dell'articolo:17/01/2024
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La Grande Guerra interruppe tragicamente la quadriennale kermesse, che riprese vigore e tono ad Anversa, nell’estate 1920, ospitando la VII edizione; le Olimpiadi contrassegnate dallo schermidore livornese Nedo Nadi, già trionfatore a Stoccolma nel fioretto, che si mise al collo ben 5 medaglie d’oro (fioretto individuale e a squadre, sciabola individuale e squadre, e spada a squadre), ricevendo i personali complimenti dell’estasiato e stupefatto sovrano belga. Un leggendario fuoriclasse della pedana Nedo, in tutto e per tutto accostabile al mezzofondista finnico Paavo Nurmi, il quale dominò la scena a cinque cerchi dal 1920 al ’28, incamerando un bottino complessivo di 9 medaglie auree, spalmate fra Anversa, Parigi e Amsterdam.

Il 1924 raccontò il ritorno dei Giochi nella città di De Coubertin; una metropoli dinamica e d’avanguardia quella parigina, dove dimoravano letterati, artisti, suadenti soubrette e pure esuli antifascisti, che si gustarono un’edizione olimpica molto … cinematografica. L’Europa assaporò le sublimi qualità del calcio uruguayano, quella Celeste innervata di talento che sbaragliò le compagini concorrenti, anche se la parte del leone, in futuro quello della … Metro Goldwyn Mayer, spettò al nuotatore americano Johnny Weissmuller (foto), oro nei 100, nei 400 stile libero e nella staffetta 4×200, in attesa di firmare un remunerativo contratto con la suddetta major, e diventare il più famoso Tarzan della storia del cinema. Da rammentare la vicenda del velocista britannico Eric Liddell, il quale rinunciò a gareggiare nei 100 piani, in programma di domenica, per rispettare e onorare il giorno dedicato al Signore; una scelta dirompente, benchè Eric si rifece con gli interessi nei 400 m, dove non conobbe rivali, in quel dì feriale. La sua spiazzante decisione valicò i decenni, tanto che il regista Hugh Hudson gli dedicò il film Momenti di gloria (1981).

La IX Olimpiade ebbe luogo nella libertaria Amsterdam, nell’estate del 1928, proponendo una novità rivoluzionaria: le gare femminili di atletica leggera. Nuovamente sugli scudi Nurmi e Weissmuller, mentre il canadese Percy Williams s’aggiudicò i 100 e i 200 metri piani, lasciando a bocca asciutta i favoritissimi americani. Sensazionali le ginnaste olandesi nel concorso generale a squadre, le quali conquistarono la medaglia più preziosa, davanti alle italiane e alle britanniche. Leggiadre e aggraziate fanciulle, tutte di religione ebraica, inarrivabili nel corpo libero e nelle altre specialità, purtroppo quasi tutte destinate a una fine cruenta, in ragione di quell’atroce antisemitismo dilagante, in una vasta fetta d’Europa.

La californiana Los Angeles organizzò invece i Giochi del ’32, quelli che videro la spedizione italiana seconda nel medagliere globale, con 12 ori, 12 argenti e altrettanti bronzi, alla spalle soltanto degli Usa. La Grande Depressione, post crollo verticale della Borsa di Wall Street, nell’autunno 1929, quale tetra cappa alle gare olimpiche, tanto che molte delegazioni dovettero rinunciare alla trasferta pacifica, o limitare il numero degli atleti. Una recessione economica che nei fatti servì da volano ai nostri, in quanto, come accennato, per 12 volte occuparono il gradinp più alto del podio; fra i vincitori, Luigi Beccali nei 1500 m, Attilio Pavesi nel ciclismo, Romeo Neri e una grandiosa doppietta nella ginnastica, ossia concorso individuale e parallele, imitato da Savino Guglielmetti nel volteggio, e poi ori nella scherma, nella lotta, nel tiro e quelli a squadre in bici e fra i vari attrezzi ginnici. Linfa vitale e gratuita per la battente propaganda del regime fascista, a dieci anni dalla Marcia su Roma, e quasi alla vigilia dell’aggressione militare all’Etiopia. (2 – continua).

Acapulco, Mexico: Johnny Weismuller, the Olympic Gold medalist who rose to motion picture fame in the role of “Tarzan,” died in Acapulco 1-20. He was 79. Weismuller is shown here at the Olympics in 1924 in our file photo. BPA 2 #3428

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