L’arte di casa nostra

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  • Ultima modifica dell'articolo:14/12/2022
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Il territorio del basso novarese lo possiamo reputare una fucina di talenti, distribuiti in vari campi. Nello specifico ci occupiamo dell’arte pittorica, da un profano come il sottoscritto definita contemporanea, che si manifesta nei quadri creati dalla mano mancina di Sara Soattini, architetto d’interni e pittrice quotata, in virtù di esposizioni delle sue opere in diversi musei e spazi pubblici, in Italia e all’estero. Evidenziato ciò, addentriamoci in una conoscenza più approfondita della sua passione artistica, rivolgendole qualche domanda (qui riportate in stampatello maiuscolo, ndr)

BUONGIORNO SARA E INNANZITUTTO GRAZIE PER LA TUA CORTESIA. POTRESTI RACCONTARCI CHE TIPOLOGIA DI ARTISTA SEI, E DA DOVE SBOCCIA QUESTA TUA INCLINAZIONE? Mi definisco un’artista figurativa, e nelle mie opere compaiono immagini di figure umane e oggetti riconoscibili; una pittura dal forte impatto cromatico, attraverso l’uso di colori fluorescenti per fornire luce dall’interno dell’opera stessa, che non ne ritrae la totalità, ma solo alcuni frammenti. Le fonti d’ispirazione sono molteplici, e provengono nella maggior parte dei casi da fotografie, riviste o immagini pubblicitarie, contemplando a volte anche la storia dell’arte e quella dei mass media.

QUANTI QUADRI HAI REALIZZATO FIN ORA, E A QUALI TI SENTI PIU’ AFFEZIONATA? Una media di una trentina di opere all’anno, cifra che dipende dalle esigenze del mercato, essenzialmente legate a mostre e alle richieste delle gallerie e della committenza. Mi ritengo affezionata a tutte le mie opere, dato che ognuna rappresenta il riflesso di un mio pensiero e di sensazioni personali.

LA TUA ARTE NON E’ D’IMPATTO IMMEDIATO. COME RIESCI A SPIEGARLA AI MENO ESPERTI? Le opere da me concepite sono un modo d’interpretare la realtà ed esprimere ciò che provo, mediante un linguaggio di metafore con rimandi anche ad altre discipline. Un quadro contiene la sommatoria di diversi punti di vista, di ricordi e di stimoli, con la realtà che non è propriamente come la vediamo, ed è per questo che talora non risulta d’immediata interpretazione, ma si presta comunque a diverse chiavi di lettura, sulla base di ciò che trasmette l’opera a chi l’ammira.

COME ACCENNATO, DIVERSI MUSEI HANNO OSPITATO I TUOI QUADRI. ESISTE QUALCHE ANEDDOTO COLLEGATO A QUESTI MOMENTI? Alcune opere sono presenti nel museo del castello di Mesola (Fe), dove anni fa realizzai una mostra, mentre un’altra si trova all’interno di quello della calzatura di Vigevano, dove è rappresentata una scarpa quale simbolo della città, accostata alle sue bellezze achitettoniche. Il tema della scarpa per quanto mi riguarda è ricorrente, visto che alcuni quadri vennero perfino esposti al Micam di Milano, in uno stand di calzature; per l’esattezza, si trattava di dipinti che richiamano una scarpa femminile con il tacco, con raffigurazioni però inerenti a Francia, Inghilterra e altre realtà europee.

PER COMPLETEZZA D’INFORMAZIONE, OCCORRE AGGIUNGERE LE VARIE RECENSIONI CHE HAI RICEVUTO. CE NE VORRESTI PARLARE? Le recensioni sono essenzialmente quelle dei giornali che si sono occupati delle mie mostre; per esempio, in merito a un’esposizione al castello estense di Ferrara, il Resto del Carlino scrisse un articolo a riguardo, e lo stesso dicasi per il Corriere di Novara e La Stampa qui da noi. Inoltre, ho avuto l’onore che talune opere venissero riportate nei cataloghi Mondadori; nel 2019, per la Biennale milanese d’arte presentata da Vittorio Sgarbi, la casa editrice pubblicò un catalogo con tutti i quadri in rassegna, inclusi i miei. Ci terrei a ricordare la partecipazione alla mostra Art Basel di Miami (Florida), con annessa pubblicazione, e lo stesso dicasi per Multiversity Paratissima di Torino, mentre il catalogo della casa d’aste Meeting Art, di Vercelli, ciclicamente riporta delle mie creazioni, sia in versione cartacea che online, con relativa quotazione aggiornata.

PROGETTI FUTURI? Sicuramente vorrei continuare nella mia ricerca, per quell’innata voglia di sperimentare, di conoscere e di ricercare nuovi modi espressivi, essendo l’arte un linguaggio universale e capibile da tutti. Fra gli altri progetti, mi piacerebbe realizzare delle mostre soprattutto all’estero, dato che il mercato delle opere d’arte appare molto orientato verso i Paesi anglosassoni, e in quest’ottica avrei pure la possibilità di viaggiare.

NEL RINGRAZIARTI PER IL TEMPO CONCESSO, DESIDERI AGGIUNGERE QUALCOSA? Sono io che ringrazio te per questa bellissima intervista, che mi ha dato modo di far conoscere il mio lavoro e il mio percorso artistico.

Un’intervista stimolante e dai contenuti parecchio interessanti, che ci ha permesso di conoscere e apprezzare le peculiarità (e qualche segreto) di un’artista di pregio.

Germano Galli

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