“Nessuno deve sapere”, ma tutti dovrebbero leggerlo!

Araminta Hall, giornalista e scrittrice britannica, è molto sensibile alla disparità di genere che, secondo lei, affligge la nostra società: «è innegabile che viviamo in un mondo in cui donne e uomini vengono giudicati in modo totalmente diverso. Le donne devono essere perfette, gli uomini spesso la fanno franca»[1]

È anche per questo motivo che Hall ha deciso di scrivere una storia di ossessione, l’ossessione che Mike ha per V, la sua ex ragazza, di cui è follemente innamorato; la madre di V dirà: «Più che altro avevamo la sensazione che [Mike] fosse troppo innamorato di Verity»[2]. È possibile amare troppo una persona? Oppure semplicemente a volte si confonde l’amore con l’ossessione e il desiderio di possesso?

Nessuno deve sapere, questo il titolo del romanzo, ha avuto un successo straordinario in molti paesi ed è stato tradotto in ben 10 lingue, il che non sorprende in quanto Hall scrive un thriller psicologico con i fiocchi: l’immersione nella psiche di Mike crea una suspence da mozzare il fiato. 

Il romanzo è scritto in prima persona, come se a parlare fosse Mike: la complessità di questo personaggio è in grado di suscitare nel lettore emozioni forti e contrastanti. Mike è «capace di disgustarci e di attirarci allo stesso tempo, di farci sentire a disagio e di guadagnarsi la nostra simpatia»[3]

L’aspetto più affascinante di questo libro, a mio avviso, è l’ambiguità in cui il lettore viene immerso. Per tutta la durata della storia ci si chiede dove si trovi la verità. La convinzione con la quale Mike grida di amare la sua V rende l’intera narrazione una costellazione di sfumature di grigi: è difficile discernere il vero da falso, il bene dal male; ed è proprio questa difficoltà a rendere Nessuno deve sapere un libro così interessante e particolare. 

La lettura di questo bellissimo thriller, inoltre, ha il grande pregio di portare all’attenzione del pubblico alcuni dei temi più caldi della nostra attualità: la disparità di genere, a volte così ben nascosta tra le pieghe della nostra società da passare inosservata, e lo stalking, una piaga che troppo spesso finisce nelle pagine di cronaca nera dei nostri notiziari e giornali. 

È importante parlare di questi argomenti nel tentativo di cambiare le cose, di rendere le nuove generazioni più sensibili e capaci di migliorare. Il fenomeno stalking, inoltre, ha iniziato a costituire «oggetto di attenzione – sotto il profilo politico-criminale, oltre che sociologico – solo in tempi relativamente recenti: i primi casi risalgono agli anni ’80 negli Stati Uniti, primi nel predisporre un’apposita fattispecie criminosa per reprimere tale categoria di condotte»[4], ed è anche per questo che va approfondito e spiegato al gran pubblico. 

Dove finisce il romanticismo ed inizia lo stalking?


[1] A. Hall, Postfazione, in Our Kind of Cruelty, trad. it. a cura di R. Bonuglia, Nessuno deve sapere, Newton Compton editori s.r.l., Roma, 2018, p. 318.

[2] A. Hall, Our Kind of Cruelty, trad. it. a cura di R. Bonuglia, Nessuno deve sapere, Newton Compton editori s.r.l., Roma, 2018, p. 234.

[3] A. Hall, Postfazione, cit., p. 317.

[4] Stalking, Osservatorio sulla violenza, https://www.osservatorioviolenza.org/informazione-formazione/stalking .

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