Parco del Ticino: 11mila piante ogni anno, 1000 al mese

Come ricorderemo il 2023?

Siccità, incendi, inondazioni, ondate di calore, poi la violentissima sequenza di nubifragi, quattro episodi in luglio e l’ultimo, devastante, a fine agosto.
Gran parte del Parco del Ticino non è stata risparmiata. In particolare migliaia di alberi sono stati sradicati o stroncati nei boschi, chilometri di filari campestri hanno subito la stessa sorte.
Con diversa traiettoria e diversa intensità, questi fenomeni estremi si sono abbattuti sui nostri territori nelle ultime settimane, con venti che hanno sempre superato i 100 km orari

VIVI GREEN

Per i danni subiti dalle nostre foreste ci vorranno anni per un almeno auspicabile recupero dell’ecosistema forestale.

Certo un ruolo lo hanno giocato, oltre alla forza dei venti, le caratteristiche dei suoli che in terreni superficiali come quelli davanti al fiume non hanno apparati radicali profondi.
C’è anche il rischio che in questo momento i boschi “sono particolarmente fragili e attaccabili da specie alloctone, dobbiamo capire come ripristinarli” aggiunge il consigliere delegato Massimo Braghieri.

Sono in corso misurazioni con droni e immagini da satellite, quindi metodi innovativi, per quantificare gli ettari di bosco rasi al suolo dai due eventi estivi.

«Gli alberi ci aiutano più di tutti nel contrasto alla crisi climatica, assorbono circa il 29 % delle emissioni di CO2 causate dall’uomo (fonte Global Carbon Project, 2022), ma anche loro ne pagano amaramente le conseguenze

Ma la strada è ben chiara, l’obiettivo ormai non deve sfuggire.

Negli ultimi anni, alla naturale attività di forestazione, si è imposta una più forte e chiara presa di coscienza di come queste attività siano fondamentali per affrontare la crisi climatica globale in atto. Il nuovo obiettivo è quello di riuscire in cinque anni a mettere a dimora un albero o un arbusto per ciascun abitante del Parco..

pgcasa

Quindi quasi 60.000 alberi in cinque anni: obiettivo di rimboschimento che il Parco del Ticino ha deciso di perseguire dopo l’approvazione, da parte della comunità dei sindaci, del “Bando Foreste“: al ritmo di 11.369 piante ogni anno e circa 1000 al mese per cinque anni.

Questi ecosistemi sono il principale strumento per combattere i cambiamenti climatici, e quindi noi ci siamo spesi in questo progetto, in questo investimento, per riuscire a fissare il carbonio atmosferico, che è uno delle principali fonti di riscaldamento globale, nel legno dei nostri alberi che andremo a piantare con questo progetto.” Ha spiegato Massimo Braghieri, consigliere del Parco del Ticino.

Come cambiano gli ecosistemi in risposta alla crisi climatica: uno studio sul territorio italiano negli ultimi 150 anni? seguite questo link per un’interessante approfondimento:
“Per comprendere a pieno le conseguenze dei cambiamenti globali, bisogna valutare non solo la perdita della diversità tassonomica (il numero di specie), ma anche gli impatti sul funzionamento degli ecosistemi e sui processi evolutivi in atto. A questo scopo, è necessario avere a disposizione un termine di paragone: in molti casi, tuttavia, non si hanno a disposizione dati storici sulla salute degli ecosistemi locali, e la valutazione è difficile da realizzare”

Lascia un commento