
Le vendite mondiali di veicoli elettrici hanno raggiunto livelli record nella prima metà del 2025. I dati della European Automobile Manufacturers’ Association (ACEA) confermano che anche nel vecchio continente la quota di mercato delle elettriche ha toccato il massimo storico del 15,6% nei primi sette mesi dell’anno, sebbene con forti differenze fra i Paesi.
Ciononostante, il 2025 è il primo anno in cui BloombergNEF riduce le proprie previsioni di adozione dei veicoli elettrici per il trasporto passeggeri sia nel breve sia nel lungo termine. Ciò a causa soprattutto dei cambiamenti politici negli Stati Uniti.
Gli USA hanno, infatti, rimosso gli obiettivi nazionali di risparmio di carburante e tagliato gli elementi di sostegno dell’Inflation Reduction Act. A ciò si somma la potenziale eliminazione della possibilità che la California di stabilisca i propri standard di qualità dell’aria. D’altro canto, anche l’Europa ha rimandato i propri obiettivi a breve termine in materia di riduzione delle emissioni di CO2 dei veicoli. Le crescenti tensioni commerciali e l’aumento dei dazi stanno scombussolando il mercato automobilistico che nei decenni precedenti era caratterizzato da una stretta integrazione globale. Ciò rende più difficile offrire veicoli entry-level a prezzi accessibili. I responsabili politici si trovano ad affrontare una crescente disaccordo tra gli obiettivi ambientali e altre priorità politiche concorrenti e, di conseguenza, molte case automobilistiche hanno ridotto gli obiettivi precedentemente annunciati in materia di veicoli elettrici o li hanno silenziosamente accantonati.
Negli ultimi dieci anni, le previsioni sulla mobilità elettrica hanno oscillato tra eccesso di prudenza ed eccesso di entusiasmo.
Si pensi ad esempio che nel 2015, l’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio (OPEC) stimava che nel 2040 ci sarebbero stati appena 4,7 milioni di auto elettriche circolanti: tale soglia è stata superata già nel 2020, con ben vent’anni di anticipo.
Al contrario, diversi analisti hanno esagerato in senso opposto. Ark Invest, ad esempio, come mostra il grafico di BNEF, prevedeva nel 2015 che le vendite di auto elettriche avrebbero raggiunto 17 milioni nel 2022, quando invece, in quell’anno, sono state sotto la quota di 8 milioni.
La stessa società di investimento nel 2022 stimava, poi, 40 milioni di vendite nel 2026 e una quota del 90% di elettriche nel 2027, valori che oggi sono chiaramente fuori portata.
Secondo BloombergNEF, le previsioni più ottimistiche hanno mancato il bersaglio perché erano basate su estrapolazioni lineari di periodi di crescita accelerata, come durante la pandemia, quando incentivi e condizioni economiche favorevoli avevano temporaneamente spinto le vendite.
Oggi il settore è in una fase certamente più matura, ma, nella pratica, la traiettoria delle vendite è ancora fortemente condizionata dalle politiche pubbliche: incentivi economici, regolamentazioni sulle emissioni e investimenti nelle infrastrutture possono accelerare o rallentare bruscamente il ritmo della transizione.
Il documento Electric Vehicle Outlook 2025 di BNEF stima nel 2025 vendite globali di auto elettriche, sia a batteria sia ibride plug-in pari a quasi 22 milioni di unità, circa un quarto del mercato mondiale con un aumento del 25% rispetto al 2024.
La Cina consolida il proprio primato e conta quasi due terzi delle vendite globali di auto elettriche (EV). Il mercato cinese è già più grande dell’intero mercato automobilistico statunitense e, si stima, che l’80% delle nuove immatricolazioni previste al 2030 sarà elettrico. A questo proposito, le vendite di veicoli elettrici nei mercati emergenti stanno crescendo rapidamente grazie all’aumento delle vendite delle case automobilistiche cinesi al di fuori del loro paese d’origine. Ciò mette in discussione l’ipotesi ampiamente diffusa secondo cui i veicoli elettrici si diffonderanno prima nei paesi ricchi e poi in quelli meno ricchi. La Thailandia ha ora tassi di adozione dei veicoli elettrici più elevati rispetto agli Stati Uniti, mentre il Brasile è davanti al Giappone.
L’Europa mantiene un ruolo di secondo piano anche se cruciale, con il 17% delle vendite globali. Secondo ACEA, nei primi sette mesi del 2025 le immatricolazioni di auto elettriche nell’Unione Europea sono cresciute del 24,2% rispetto al 2024, raggiungendo oltre un milione di unità. Si tratta di un’accelerazione rispetto al +15,8% dell’anno precedente. Tuttavia, la quota BEV (15,6%) resta ancora troppo bassa rispetto agli obiettivi di decarbonizzazione e, certamente, ben lontana dai livelli della Cina. Complessivamente, le ibride hanno raggiunto il 34,7% del mercato europeo, confermandosi anche a livello continentale la tecnologia più popolare, mentre benzina e diesel sono scesi insieme al 37,7%, ben sotto la metà del mercato.
La Germania guida il mercato europeo con un +38,4% rispetto al 2024, seguita dalla Spagna con una crescita di+89,6% rispetto al 2024.
In Italia le immatricolazioni di auto elettriche nei primi sette mesi del 2025 sono cresciute del 29% rispetto allo stesso periodo del 2024, arrivando a 50.589 unità. Nel nostro Paese, le ibride hanno registrato un aumento consistente (+9,4%), consolidandosi come la tecnologia preferita dai consumatori italiani. Nel complesso, in Italia le vendite di auto elettrificate hanno superato le 130mila unità, mentre benzina e diesel sono calati rispettivamente del 17,8% e del 27,5%.
La Francia è caratterizzata da un mercato in calo con un -4,3% rispetto al 2024, anche se a luglio ha avuto un aumento consistente.
Negli Stati Uniti invece il quadro è stagnante: le vendite di auto elettriche nel 2025 restano pressoché uguali al 2024, senza una crescita significativa e rappresentano il 7% del mercato mondiale.
In ogni caso, secondo BloombergNEF, le prospettive a lungo termine per i veicoli elettrici rimangono positive, anche se a causa della stagnazione degli Stati Uniti e dei nuovi ostacoli commerciali l’espansione sarà meno lineare rispetto alle attese degli anni passati e si stima un numero di nuove auto elettriche inferiore rispetto alle previsioni precedenti
In particolare, BloombergNEF prevede che le vendite globali saliranno a 39 milioni nel 2030, con una riduzione al 40% della previsione cumulata, veicoli elettrici raggiungeranno il 56% delle vendite globali di autovetture entro il 2035 e il 70% entro il 2040, in calo rispetto al 73% delle previsioni precedenti.
Le difficoltà a breve termine negli Stati Uniti faranno sì che il Paese non riesca a raggiungere la Cina o l’Europa e, per la prima volta, rimanga al di sotto della media globale di adozione per il periodo di previsione.
L’Europa si trova sospesa fra ambizioni e ostacoli. Una lettera congiunta di ACEA e della European Association of Automotive Suppliers (CLEPA) alla Commissione europea avverte che la quota di mercato dei veicoli elettrici è ancora troppo bassa e che senza misure più pragmatiche il vecchio continente rischia di perdere la sfida industriale.
Le due associazioni chiedono incentivi più robusti e stabili per la domanda, costi energetici più bassi, un approccio meno rigido agli obiettivi di riduzione CO2 e una maggiore neutralità tecnologica.
In particolare, l’industria europea segnala tre criticità: la dipendenza quasi totale dall’Asia per la catena del valore delle batterie, i costi di produzione elevati, soprattutto dell’elettricità, e barriere commerciali come i dazi del 15% sulle esportazioni verso gli Stati Uniti.
In conclusione, le analisi mostrano che il mercato globale della mobilità elettrica sta crescendo a ritmi record, ma non senza contraddizioni.
La direzione del mercato resta chiara: i motori a combustione hanno superato il picco delle vendite e sono già in calo. La velocità e la sostenibilità della transizione dipenderanno dalla capacità di coniugare ambizioni climatiche, normative abilitanti, competitività industriale e convenienza per i consumatori. Le stime troppo ottimistiche del passato lasciano ora spazio a scenari più prudenti, in cui le politiche industriali e fiscali si confermano ancora decisive.
Chiara Busto
