“Pochissimi sanno che il sottile strato che si trova sotto i nostri piedi racchiude il nostro futuro. Il suolo e la moltitudine di organismi che lo abitano ci forniscono cibo, biomassa e fibre, materie prime, regolano i cicli dell’acqua e della vita. Ci vogliono migliaia di anni per produrre pochi centimetri di questo tappeto magico.“
2,4 metri quadri al secondo è il livello di consumo di suolo in Italia
I cambiamenti dell’ultimo anno si concentrano nella pianura Padana, nella parte lombarda e veneta e lungo la via Emilia, tutta la costa adriatica, in particolare in alcuni tratti del litorale romagnolo, marchigiano e pugliese
In Piemonte il consumo è pari al 6.67 % della superficie totale regionale: Torino è l’area che contribuisce maggiormente al consumo complessivo regionale per il 34 % seguita da Cuneo (22%), Alessandria (15%), Novara (9 %), Asti e Vercelli (6%), Biella e Verbano Cusio Ossola (4%).
Il valore regionale del Piemonte (Monitoraggio del consumo di suolo | Regione Piemonte) risulta inferiore al dato nazionale, che si colloca al 7,1 % e tra i più bassi del nord-Italia ed in particolare rispetto alle regioni confinanti: Lombardia (12,1%), Emilia Romagna (8,9%) e Liguria (7,2%)
E’ quindi di vitale importanza:
- Evitare il più possibile ulteriore consumo e impermeabilizzazione di suolo.
- Riutilizzare il suolo già consumato se non è possibile evitarne il consumo.
- Minimizzare il consumo se non sono possibili le due precedenti ipotesi, e utilizzare in questo caso suolo di minor valore (escludendo foreste sane e terreno agricolo fertile).
- Compensare: se il suolo viene consumato e impermeabilizzato, vanno attuate misure compensative (ma locali e non delocalizzate!) per minimizzare la perdita di servizi ecosistemici.
La Strategia dell’UE per il suolo per il 2030 “Raccogliere i benefici di suoli sani per le persone, il cibo, la natura ed il clima”, definisce le misure per proteggere, ripristinare lo stato dei suoli degradati e garantire che siano utilizzati in modo sostenibile.
La FAO lancia l’allarme: la contaminazione del suolo fa perdere il 20% della produttività agricola:
Il tema è fortemente sostenuto dal Parlamento europeo nella risoluzione del 28 aprile 2021: la strategia per il suolo fissa degli obiettivi al 2030 e al 2050, programmando nuovi strumenti normativi europei quali una legge sulla salute del suolo da adottare entro il 2023,
Approfondimenti europei: (in lingua inglese)
La nuova Strategia per il suolo
schede di riferimento comunitario
L’obiettivo è quello di non consumare più suolo perché farlo preclude il nostro futuro come ambiente e come essere vivente, quindi è fondamentale la rapida esecuzione del piano.
E in Italia come siamo messi? In Italia il 10% in più di consumo del suolo nel 2022
Il consumo di suolo in Italia nel 2022 accelera, arrivando alla velocità di 2,4 metri quadrati al secondo e avanzando, in soli dodici mesi, di altri 77 km2. Al 2022 la copertura dei suoli si estende per il 7,14% del suolo italiano.
Le stime dicono che la lotta al consumo di suolo costerà all’Italia almeno 80 miliardi di euro da qui al 2030:
A livello nazionale però il Piano per la transizione ecologica (PTE) ha fissato l’obiettivo di arrivare a un consumo netto pari a zero entro il 2030, ovvero anticipando di vent’anni l’obiettivo europeo e allineandosi alla data fissata dall’Agenda Globale per lo sviluppo sostenibile. Ci riusciremo?
L’ISPRA, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, svolge un ruolo molto importante di costante monitoraggio e proprio in questi giorni sta presentando per il 2023 il rapporto “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici”.
Il Rapporto, insieme alla cartografia e alle banche dati di indicatori disponibili per ogni comune italiano, fornisce il quadro aggiornato dei processi di trasformazione della copertura del suolo e permette di valutare il degrado del territorio e l’impatto del consumo di suolo, dell’urbanizzazione e delle infrastrutture sul paesaggio e sui servizi ecosistemici. Interessante da consultare il report
Immagino che ora sarete di conoscere la situazione dei vostri territori!
E l’Ispra ci viene incontro fornendoci dati molto particolareggiati di zona, a livello regionale e comunale con due interessanti approfondimenti:
2 Schede di dettaglio sui dati regionali
Ora lo sai anche tu che sotto i piedi c’è il nostro futuro che però stiamo consumando a 2,4mq al secondo quindi ricordiamoci sempre quali sono gli obiettivi del 2030 (7 anni) e del 2050.
2030:
- combattere la desertificazione, ripristinare terreni e suoli degradati, compresi i terreni colpiti da desertificazione, siccità e inondazioni, e lottare per ottenere un mondo neutrale rispetto al degrado del suolo (Target 15.3 dell’Agenda 2030);
- ripristinare porzioni significative di ecosistemi degradati
- raggiungere un buono stato ecologico nelle acque superficiali e un buono stato chimico e quantitativo nelle acque sotterranee entro il 2027;
- ridurre le perdite di nutrienti di almeno il 50%, l’uso e il rischio complessivi di pesticidi chimici del 50% e l’uso di pesticidi più pericolosi del 50%
2050:
- raggiungere il consumo netto di suolo zero;
- ridurre l’inquinamento del suolo a livelli non dannosi, creando così un ambiente privo di sostanze tossiche;
- realizzare un’Europa climaticamente neutra e, come primo passo, puntare a raggiungere la neutralità climatica nell’uso del suolo entro il 2035;
- realizzare per l’Ue una società resiliente al clima, pienamente adattata agli inevitabili impatti dei cambiamenti climatici entro il 2050.
Progetto Soil4Life: monitoraggio satellitare, fonte di dati di analisi:
Super beau, impeccable
troppo buono!
Bellissimo