Da un po’ di tempo a questa parte si fa un gran parlare della direttiva europea per rendere le case più sostenibili, più green, cosa che ha scatenato un acceso dibattito. C’è chi dice sì, è cosa buona e giusta; c’è chi dice no, è troppo costoso e non è una priorità; c’è chi dice va bene, ma con moderazione.
Prima di farci un’opinione negativa e inveire contro gli ambientalisti europei che vogliono solo farci spendere soldi, cerchiamo di capire bene in cosa consiste questa direttiva.
Innanzi tutto, essa prevede che tutti gli edifici di nuova costruzione dovranno essere a emissioni zero a partire dal 2028. Il che mi sembra molto ragionevole: se costruisci un nuovo edificio, tanto vale che tu lo faccia bene fin da subito, nel rispetto dell’ambiente.
La nota dolente riguarda invece gli edifici già esistenti. È bene specificare che dalla direttiva sono esclusi gli edifici protetti per il loro valore storico e culturale, di cui l’Italia è piena zeppa. Il problema vero, quindi, risiede negli edifici residenziali, per i quali è richiesto un ammodernamento al fine di raggiungere una determinata classe di prestazione energetica.
Ma, nella pratica, che cos’è una classe di prestazione energetica? Per semplificare, è come un voto che viene dato a un edificio in base ai suoi consumi energetici: se consumi tanta energia, vai male, quindi ti becchi un’insufficienza, una G; se ne consumi poca o niente sei uno studente modello, quindi per te una bella A. Tra la G e la A, ovviamente, ci sono le vie di mezzo.
Per raggiungere la sufficienza, quindi essere promossi, il Parlamento Europeo ha deciso che gli edifici dovranno raggiungere la classe di prestazione energetica E entro il 2030, e D entro il 2033. Questo significa dover cambiare gli infissi in modo che siano più isolanti, fare il cappotto termico, e idealmente dotare la propria abitazione di un impianto fotovoltaico.
Facile a dirsi, ma a farsi? Un po’ meno.
Parlando con franchezza, che ci piaccia o no, rendere le nostre case più sostenibili è un passo obbligatorio se vogliamo che il nostro Pianeta resti abitabile anche per le generazioni future. E i vantaggi non riguardano solo l’ambiente, ma anche le nostre tasche, perché più la nostra casa è efficiente a livello energetico, meno spendiamo per le bollette.
Ma come fare, se non possiamo permettercelo? Il problema maggiore, infatti, è proprio il costo dei lavori di ammodernamento, non proprio economici, che gran parte dei proprietari di immobili non sono in grado di sostenere. Senza un aiuto da parte delle istituzioni, quindi, anche con tutte le buone intenzioni del mondo, questo passo fondamentale resta più lungo della gamba.
Allora che si fa? Niente? Ce ne stiamo con le mani in mano fino a che lo Stato non ci paga i pannelli solari? Ovviamente no.
Ci sono tante cose che possiamo fare, nel nostro piccolo, per ridurre i consumi di energia (e le bollette!) nelle nostre case e di conseguenza essere più sostenibili nella vita quotidiana.
Ecco alcuni consigli pratici:
Staccare le prese degli elettrodomestici non in uso. Se fate il giro della vostra casa, vi garantisco che troverete qualche aggeggio elettronico che non usate mai la cui presa è attaccata all’alimentazione. E allora? Tanto è spento, non consuma! E invece sì. L’elettricità passa lo stesso, anche se poco. La cosa migliore da fare è staccare le prese di tutti gli elettrodomestici quando non sono in uso: televisori, caricabatterie del cellulare e del pc, microonde ecc. Escluso il frigorifero, ovviamente. Se la presa è in una posizione scomoda da raggiungere, basta mettere una ciabatta e spegnerne l’interruttore quando si finisce di usare l’elettrodomestico in questione.
Spegnere la luce quando non si è nella stanza. “Qui non lavoriamo mica per l’Enel!” è la frase che, crescendo, ho sempre sentito dire a mia madre quando qualcuno lasciava la luce accesa per nulla. E a ragione, perché non solo è un consumo inutile e dannoso per il pianeta, ma fa pure aumentare le bollette, quindi ricordatevi di spegnere la luce quando uscite da una stanza!
Accendere il riscaldamento solo quando necessario. Si sa che, in una casa, le spese di riscaldamento in inverno sono probabilmente quelle più consistenti. Per rimediare alla bolletta salata e ad un uso eccessivo di gas, quello che si può fare è cercare di accendere i riscaldamenti il più tardi possibile, magari a fine novembre invece che a fine ottobre, spegnerli un po’ prima in primavera, e si ha un po’ di freddo mettere piuttosto un maglione. Lo stesso vale, a rovescio, per l’aria condizionata. Poi, ovviamente, tutto dipende dalle temperature del periodo.
Eliminare i secondi frigoriferi/congelatori. Fino a un paio di anni fa, lo ammetto, anche io facevo lo scoiattolo, ovvero mettevo via le provviste in congelatore come se dovessi prepararmi a un’imminente carestia. Questo significava avere un secondo elettrodomestico in cantina, per tenere tutte quelle cose che non dovevo mangiare subito ma che avevo comprato così, tanto per avere la scorta. Da quando l’ho tolto, non solo le bollette dell’elettricità sono scese a dismisura, ma ho anche azzerato il rischio abbandonarvi accidentalmente alimenti che poi finivano bruciati dal gelo e quindi venivano buttati.