Come molti sapranno, la cittadina di Trecate annovera ben due patroni, ossia San Cassiano e san Clemente, ma per la gente tradizionalmente si festeggia (o meglio si celebrava e festeggiava) solo il secondo, con l’altro relegato a festa di quartiere: per la cronaca quello in cui abita chi scrive. Evitando dei toni da felliniano Amarcord, proviamo comunque a riannodare i fili della memoria, che fisiologicamente (mi) conducono al secolo scorso, grosso modo dal tramonto degli anni 70, quando a fine agosto, con gli occhi sognanti di un bimbo, ti trovavi fagocitato dai parecchi eventi inseriti nel programma religioso e comunale, su tutti le giostre del luna park, situato in corso Roma (foto), e i fuochi d’artificio, che avevano addirittura una duplice versione: quelli a girandola e bassi in piazza Cavour, dove campeggiava anche il banco di beneficienza, e quelli classici e coloratissimi in periferia. Il clima di festa avvolgeva anche i singoli nuclei familiari, sulla base di succulenti pranzi provvisti di ogni ben di Dio, dove spesso presenziavano pure dei parenti di paesi limitrofi.
Una liturgia che si ripeteva di anno in anno, con epicentro l’ultima domenica agostana, e con l’assaggio dei baracconi già il venerdì sera, quando i giri duravano di più, mentre al banco s’andava dalla domenica sera in poi, perchè secondo la vulgata, i “biglietti buoni” li inserivano in ultimo. Il sabato bisognava visistare gli scuroli e confessarsi, in vista della comunione alla “messa grande” domenicale, quella cantata e concelebrata da diversi prelati (foto), antipasto cristiano del lauto pasto del mezzogiorno (circa) e del tour tardo pomeridiano; prima tappa fissa la coppa gelato ai tavolini dei bar in piazza, quale prologo dell’assalto alle giostre, il cui spiazzo adibito veniva invaso da una folla oceanica. Non mancavano naturalmente le proposte culturali, come la mostra filatelica, numismatica e mineralogica approntata dal circolo di appassionati, e altre attrazioni peculiari; quando il mercoledì se ne andava l’autopista e smontavano il banco di beneficienza, avvertivi una dose di tristezza, seppur mitigata dal fatto che nel weekend cominciava la patronale di Cerano, quella del Beato Pacifico e della rivalità pirotecnica fra i due comuni confinanti... Parliamo di 30/40 anni orsono, ma sembra trascorsa un’era geologica.