“Per vent’anni non ho saputo come dirlo e ho dato la voce agli altri.” racconta Chiara Tagliaferri, scrittrice e autrice del podcast “Morgana, la casa delle donne fuori dagli schemi” insieme a Michela Murgia, prodotto da Storielibere.fm.
Il suo ultimo libro “Strega comanda colore”, pubblicato da Mondadori, è stato presentato sabato 6 maggio a Nòva, in collaborazione con il Circolo dei Lettori di Novara, in occasione della giornata conclusiva di Pròxima, percorso di formazione per giovani podcaster, nell’ambito del progetto interreg Binario 9 e ¾.
I partecipanti al percorso hanno avuto la possibilità di incontrare a porte chiuse un team di Storielibere.fm, podcast company, che utilizza per la sua narrazione un approccio militante: passione, competenza, ricerca e attivismo. “Scritto a voce per noi significa: vissuto, raccontato, trasmesso, con la qualità della buona scrittura e la capacità immaginifica di coinvolgimento della voce e dei suoni. Le nostre storie libere possono essere ascoltate in qualsiasi momento: alla guida, durante un allenamento, durante un lavoro manuale, mentre si viaggia.” si legge dal loro sito. In seguito, si è tenuto l’incontro aperto alla cittadinanza con Chiara Tagliaferri.
Ci racconta dell’inizio della sua carriera professionale definendosi come un ventriloquo – “davo agli altri le parole che non avevano paura di utilizzare” – e dell’importanza dell’alfabeto emotivo che si è costruita attraverso le voci degli altri: libri, film e canzoni. “Tolstoj l’ha detto molto meglio di me – tutte le famiglie felici sono uguali, ogni famiglia infelice è infelice a modo suo – e anche io non sono sfuggita a tutto questo, crescendo in un mondo immaginario con amici immaginari, che spaziano dalle sorelle Brontë a David Lynch.” Sono proprio loro che l’hanno aiutata nella costruzione del suo alfabeto emotivo e che le hanno dato il coraggio di provare a utilizzare le parole. Ci confida che però fino al primo incontro con Michela Murgia, dopo un’intervista scritta da lei ma condotta da un altro, si era sempre detta: “Mi vergogno. Non sarò mai capace.”. Poi è stata proprio Michela ad accompagnarla nel raccontare le storie di donne “abrasive, mostruose e scomode”, attraverso un vero e proprio percorso “archeologico” di riscoperta, nel luogo – la casa delle donne fuori dagli schemi – dove ha trovato il coraggio di raccontare la sua, di storia. Lo fa nel libro “Strega comanda colore”, attraverso una lingua crudele e tagliente che parla a chiunque sia nato e cresciuto in provincia. La protagonista, per tutto lo svolgimento della narrazione non verrà mai chiamata per nome e nella copertina ha il volto coperto “perché è un corpo senza organi che deve in qualche modo ricostruirsi”. Vivendo tutto ciò che Chiara ha vissuto, raccontato dalle sue parole:“tutto quello che una persona è disposta a fare per vendicare chi ama, tutto quello che noi possiamo passare attraverso il sangue e tutta la rabbia che che può contenere il cuore di una ragazzina che che si trova sovrastata da una vita che non è quella che lei pensa di volere”.
Non lo definisce un’autobiografia, ma afferma che c’è molto di lei nel romanzo. Lo definisce come “una genealogia di donne che sono una sorta di onda, perché è come se si franassero l’una sull’altra”. Il romanzo si può ascoltare anche come audiolibro, con la voce di Chiara stessa perché “è la mia storia, ho cambiato poche cose e ho cercato con questo libro di riscattare la vita delle persone che amo.”.
Conclude dicendoci che “la letteratura non serva per dire la verità, ma per comprendere il mondo, facendosi portare ovunque dalle pagine dei libri.”