Emozioni a cinque cerchi…

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  • Ultima modifica dell'articolo:01/07/2024
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Un nuovo millennio atteso con trepidazione, e che a breve giro di posta mostrò il suo lato più disumano. Gli echi sanguinosi del G8 a Genova, nell’estate 2001, fra scontri, devastazioni e la morte del manifestante Carlo Giuliani; un truce antipasto dell’11 settembre, quando avvenne il duplice attentato aereo alle Twin Towers newyorkesi, più quello al Pentagono e un quarto sventato da eroici passeggeri. Fondamentalisti islamici i dirottatori dei velivoli, che andarono a schiantarsi contro gli imponenti grattacieli, causando circa tremila vittime. Orrore, sdegno e quanto di più distante dalla concordia universale, propugnata dalla bandiera olimpica, che da lì a tre anni si sarebbe issata ad Atene.

Un epico ritorno alle origini, l’edizione ateniese, su quel sacro suolo che assaporò le gesta degli atleti in epoca classica, poi rinverdite da quel visionario di Pierre De Coubertin, nel 1896; la capitale ellenica, a distanza di 108 anni, il cuore pulsante dei cinque cerchi olimpici, in un persistente e giornalistico rimbalzare fra antichità e avvenire. Il profumo della storia, in quelle corone d’alloro poste sulle teste dei premiati, a cominciare dal nuotatore americano Micheal Phelps, davvero abbonato al podio, in merito ai 6 ori (100 farfalla, 200 farfalla, 200 misti, 400 misti, 4×200 sl, 4×100 ms) e 2 bronzi. Strepitosa la canoista tedesca (ex Ddr) Birgit Fischer, vincitrice dell’oro nel K4 500m, dopo aver già trionfato a Mosca ’80 nel K1, quindi a Seul nel K2, Barcellona K1, Atlanta K4 e Sydney nel K2, più altre medaglie minori. Non da meno la nostra Josefa Idem, che quarantenne ci regalò un sontuoso argento nel K1, sfiorando il bis aureo del 2000, come del resto si rivelò straordinaria la ciclista olandese Leontien Van Moorsel, che dopo la scorpacciata di ori australiani (3), in Grecia s’impose nella cronometro, aumentando il proprio bottino olimpico. Sulla pista d’atletica, il marocchino Hicham El Guerrouj dominò i 1500 e i 5000 m, mentre la britannica Kelly Holmes non lasciò scampo a nessuna, negli 800 e nei 1500; prestazioni strabilianti, anche se il successo più iconico, sulle orme del mitologico Filippide, lo centrò l’azzurro Stefano Baldini, trionfatore nella disciplina più affascinante: la maratona. Statunitensi sugli scudi, con 36 ori totali, e in scia Cina (32) e Russia (27), con l’Italia ottava in graduatoria (10 ori, 11 a, 11 b).

Atmosfere sospese nel tempo, e all’esterno un mondo incapace di vivere in pace; focolai bellici e una stringente crisi economica, alimentata dall’enorme e fragoroso crac della Lehman Brothers, società newyorkese di servizi finanziari, che in concomitanza delle Olimpiadi di Pechino 2008, annunciò debiti bancari per 600 milardi di Dollari. Sull’onda della scaramanzia, lo 08/08/08 cominciarono le Olimpiadi del Dragone, con la cerimonia d’apertura che decollò alle 20:08 locali; parecchie le voci occidentali, fra cui quella di Pietro Mennea, contrarie a questi Giochi, per il mancato rispetto dei diritti umani fondamentali, da parte della Repubblica Popolare Cinese. Sovrano di quest’edizione contestata, il velocista giamaicano Usain Bolt (foto), che s’impose nei 100m, nei 200 e nella 4×100 (quest’ultimo oro cancellato nel 2017, per riscontrata positività del compagno Nesta Carter), con altrettanti primati mondiali demoliti, mentre la russa Ylena Isinbaeva incantò tutti nell’asta, valicando quota 5,05 metri. Dal cloro della piscina natatoria, Micheal Phelps se ne tornò negli Usa con 8 titoli su 8 gare dispuatate, fra individuali e staffette, battendo i 7 di Spitz nel ’72, invece l’olandese Maarten Van Der Vejiden acchiappò il successo nella 10 km in acque libere, dopo aver sconfitto la leucemia. Dominio russo, con 11 ori su 18, nella lotta greco romana, altresì il bronzo del pugile Bruno Julie rappresentò la prima medaglia per la Mauritius. Doppietta degli Usa nel basket, a vendicare il 3° posto di Atene dei ragazzi, dietro Argentina e Italia. Indelebile per noi il tripudio di Federica Pellegrini nei 200 sl, alla stregua di Alex Schwazer nella 50 km di marcia, e ovviamente il terzo successo in sequenza della fiorettista Valentina Vezzali, capace di eguagliare il percorso di Klaus Dibiasi nei tuffi, oro fra il ’68 e il ’76. Una scherma sempre munifica di medaglie azzurre, partendo dall’oro di Matteo Tagliariol nella spada, senza accantonare la sempiterna Josefa Idem, lucciacante argento a pochi palpiti dal successo, andato all’ucraina Inna Osypenko. Un medagliere ricco e con tanti ospiti, capeggiato dalla Cina con 51 ori, gli Usa a 36 e poi la Russia a 21, e un’ottima Italia a quota 8, per un 9° piazzamento assoluto, sintesi di una kermesse senza intoppi logistici, anche se, chiuso metaforicamente il sipario, ci trovammo di fronte a una delle maggiori crisi finanziarie, che coinvolse l’intera umanità. (10 – comtinua)

Campionati del mondo di atletica 2015

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