A fronte dell’incremento delle rinnovabili registrato, in Italia, nel 2023 che le ha portate al massimo storico del 43,8% della produzione netta di energia elettrica, vogliamo analizzare la situazione della nostra regione.
Partiamo degli obiettivi che il Piemonte si pone in materia di rinnovabili. Il 15 marzo 2022 con Deliberazione del Consiglio Regionale è stato approvato il Piano Energetico Ambientale Regionale (PEAR). Tale piano assolve, tra il resto, ad un obiettivo fondamentale: orientare le politiche regionali a quelle del pacchetto Clima Energia e del Piano nazionale integrato per l’Energia e il Clima. La programmazione strategica del PEAR è finalizzata, da un lato, a ridurre le emissioni inquinanti e, dall’altro, ad incrementare la quota di consumi energetici coperta da fonti rinnovabili. Nel dettaglio, l’obiettivo piemontese è diminuire il consumo energetico regionale del 30% entro il 2030, e produrre, in regione, una quota del 50% di energia elettrica da fonti rinnovabili.
Il PEAR ha valenza strategica per il prossimo decennio e rappresenta uno strumento di pianificazione in ambito energetico e ambientale, che permetterà di raggiungere gli obiettivi di sostenibilità ambientale, competitività e sviluppo. Tale piano permetterà al Piemonte di potenziare la propria produzione di energia da rinnovabili rendendo la nostra regione meno dipendente dall’approvvigionamento di gas e petrolio e, in generale, più autonoma.
Passiamo ora ad analizzare la situazione energetica della nostra regione, con particolare attenzione alle rinnovabili. L’ultimo rapporto statistico sull’energia in Piemonte è stato emesso nel 2023 e analizza i dati del 2020 e 2021. Di seguito ne analizzeremo le principali evidenze.
Innanzitutto, nel 2020, si è assistito ad una decisa diminuzione del consumo energetico regionale rispetto agli anni precedenti, sia in termini di consumo finale lordo (energia consumata direttamente dagli utenti finali) sia in termini di consumo interno lordo. Nel complesso, nell’anno, i consumi sono, infatti, scesi a circa 9,2 Mtep (milioni di tonnellate equivalenti di petrolio) ben il 10,3% in meno rispetto al 2012 e quasi il 15% in meno rispetto 2016. A ridursi sono stati soprattutto i consumi da fonti fossili che sono passati da 8.650 ktep (migliaia di tonnellate equivalenti di petrolio) del 2012 ai 7.338 ktep nel 2020. In questo panorama, il settore civile ha rappresentato circa la metà complessiva dei consumi, mentre la restante quota si ripartisce tra trasporti (23,7%) e industria (24,5%). Più nel dettaglio, il settore civile ha mostrato, per il secondo anno consecutivo, un calo con una riduzione di circa 500 ktep dal 2018. Tale andamento non sembra collegato in modo significativo a fenomeni di stagionalità climatica e quindi può essere interpretato come effetto delle politiche di efficienza energetica messe in campo dalla Regione. Inoltre, è interessante notare che il 2020 è il primo anno, dal 2011, in cui il settore dei trasporti registra un consumo inferiore a quello industriale, con una contrazione dei consumi particolarmente significativa.
Per quanto riguarda la potenza elettrica, in regione gli impianti sono equamente distribuiti tra fonti fossili e fonti rinnovabili. Nel dettaglio, il 36,5% di tutta la potenza installata è costituita da impianti idroelettrici mentre ben il 16,8% della capacità afferisce agli impianti fotovoltaici. Osservando i dati degli ultimi anni emerge che, dal 2011 in poi, le installazioni sono prevalentemente in impianti alimentati a FER. Addirittura, dal 2016 in Piemonte si registrano installazioni prevalentemente di impianti idroelettrici o fotovoltaici.
Invece, la produzione di energia elettrica è, ancora, sbilanciata sulle fossili, con un calo importante di generazione idroelettrica negli ultimi anni. A partire dal 2016, infatti, il comparto termoelettrico ha aumentato notevolmente la propria produzione e ciò ha determinato livelli di generazione elettrica record, che unitamente al calo della domanda elettrica regionale hanno trasformato il Piemonte in un esportatore di energia elettrica. Se guardiamo ai numeri, l’eccedenza di produzione è stata di 6,7 TWh corrispondente al 28,2% della domanda. Nella produzione, le rinnovabili hanno comunque avuto un ruolo importante e, nel 2021, hanno coperto il 32% della produzione elettrica. Si è consolidato, in particolare, il ruolo del fotovoltaico che ha segnato un costante aumento negli ultimi cinque anni e che risulta la seconda fonte rinnovabile regionale.
Per quanto riguarda, invece, il consumo di energia elettrica, nel 2021 è stato pari a 23.3 TWh, con un leggero rimbalzo rispetto al 2020. Il settore terziario, in crescita fino al 2018, ha evidenziato una contrazione del 20% tra il 2018 e il 2021. Il settore domestico ha mostrato, invece, un andamento relativamente stazionario negli ultimi nove anni. Il settore industriale, infine, in continuo calo nel 2021 ha segnato, invece, un aumento, superando per la prima volta, dal 2012, i 12 TWh. In questo ambito, il contributo delle fonti rinnovabili continua a crescere. Sono passate da 16% del 2012 all’attuale 20,6% di tutti i consumi finali di energia. In estrema sintesi: un quinto dell’energia consumata in Piemonte deriva dalle fonti rinnovabili. A trainare sono le rinnovabili elettriche che nel 2020 sfiorano il valore di 1 Mtep e mostrano una crescita del 3% circa rispetto all’anno precedente e del 22% rispetto al 2012. Di queste il 66% proviene dall’idroelettrico e più il 16% dal fotovoltaico.
L’uso di prodotti petroliferi è legato prevalente all’autotrazione, settore nel quale confluisce l’85% delle vendite complessive. La notizia positiva è che, in Piemonte, nell’ultimo decennio, le vendite di prodotti petroliferi sono diminuite significativamente passando da un totale di 3446 ktep del 2010 ai 2605 del 2021. Il valore di consumo complessivo del 2021 è in linea con il dato degli anni precedenti, tralasciando quello del 2020 che ha rappresentato un’anomalia associata al lockdown. L’andamento è evidente in tutte le Province Piemontesi. Circa la metà dei consumi si concentrano nell’area della Città metropolitana di Torino e per una quota superiore al 41% sono da ascrivere ai processi di trasformazione termoelettrici, concentrati nelle province di Vercelli, Torino, Novara e Cuneo.
Analizziamo ora la situazione del Piemonte rispetto agli obiettivi che ci si era imposti nel PEAR in termini di produzione da rinnovabili, il delta da colmare rispetto al 2030 è pari a 476 ktep. Nel dettaglio, il PEAR stimava una produzione di 9.952 ktep nel 2020 e 8.645 ktep nel 2030. Il dato del 2020 è stato, purtroppo, al di sotto della stima inserita nel PEAR ma rimane comunque in linea la traiettoria al 2030.
Il dato migliore che emerge dal rapporto è, però, quello relativo alle emissioni di CO2 che sono scese in modo significativo. Infatti, nel 2020, sono risultate inferiori del 7,4% rispetto all’anno precedente. Ciò è rappresentativo di un trend di continua decrescita che dura da circa 5 anni. Nel 2016 le emissioni erano, infatti, pari a 25,5 MtonCO2, nel 2017 erano 25, poi sono scese a 24,8 nel 2018 e ulteriormente calate a 24,2 nel 2019, fino ad arrivare ai 22,4 MtonCO2 nel 2020. Rispetto al 1990 si tratta del dato più basso in assoluto. Ciò permette al Piemonte (- 27,7% rispetto al 1990) di posizionarsi meglio rispetto alla media nazionale (-26,5%) e in avvicinamento alla media europea (- 31,6%).
Concludendo, i risultati del Piemonte dimostrano che la nostra regione ha intrapreso un percorso virtuoso ottenendo finora ottimi risultati che ci dovrebbero permettere di raggiungere gli obiettivi ONU fissati dall’Agenda 2030. Ovviamente tanto lavoro rimane ancora da fare ma certamente la strada è quella corretta.
Chiara Busto