credits: PETITDIDIERPRIOUX_VILLAGE DES ATHLETES
I Giochi Internazionali sono giunti alla loro XXXIII edizione e, dopo 100 anni, tornano nella capitale francese. Cuore pulsante della organizzazione di Parigi 2024 è il Villaggio Olimpico che, oltre ad accogliere gli atleti durante i Giochi, diventerà poi un vero e proprio quartiere a cavallo tra Saint-Denis, Saint-Ouen-sur-Seine e l’Île Saint-Denis, una delle zone più represse a nord di Parigi. Il masterplan del Villaggio accoglie vari progetti tutti con molteplici obiettivi: soddisfare le esigenze degli atleti e al contempo contribuire al raggiungimento degli obiettivi ambientali pioneristici della città in termini di efficienza, qualità costruttiva e sostenibilità.
Per molti versi, lo sviluppo del Villaggio Olimpico e Paralimpico ha ruotato intorno alla trasmissione di un’eredità. Il primo Villaggio degli atleti e delle atlete, infatti, è stato creato in Francia per i Giochi Olimpici di Parigi 1924 ed è stato all’epoca un simbolo forte e duraturo di quei Giochi. Così, a cento anni di distanza, l’obiettivo del Comitato Organizzatore è quello di fare dei Giochi e del Villaggio Olimpico di Parigi 2024 il fulcro del rilancio della città.
Il Villaggio, che si estende su 52 ettari comprende circa 300.000 mq di aree pedonali, spazi verdi ed edifici di diverse dimensioni e colori, è progettato per accogliere quasi 15.000 atleti che parteciperanno ai prossimi Giochi Olimpici e Paralimpici e poi sarà trasformato e riceverà una seconda vita. Per quasi due mesi il Villaggio, che sorge sulle rive della Senna, vivrà come un vero e proprio quartiere. Tutto è stato fatto con diversi obiettivi chiave in mente: contribuire a creare una città sostenibile, migliorare l’economia locale e aumentare la crescita dell’innovazione e della tecnologia.
Una delle parole chiave che ha guidato il progetto è stata rinnovamento. La location dell’eco-distretto per le Olimpiadi di Parigi 2024, infatti, è stata scelta grazie agli edifici che già esistevano nell’area. In questo progetto, infatti, solo il centro acquatico, quello dei media ed il Villaggio olimpico sono stati costruiti da zero per il grande evento sportivo. Il resto degli impianti invece era già esistente ed è stato al massimo rimesso a nuovo. L’obiettivo era quello di utilizzare ciò che già esisteva aggiungendo tutte le attrezzature e i servizi necessari per controllare e ridurre il più possibile l’impronta di carbonio. Ad esempio, il Comitato organizzatore ha affittato la Cité du Cinéma, fondata dal noto regista Luc Besson e che si trova nel cuore del villaggio, e qui è stata organizzata la mensa che può servire fino a 60mila pasti giornalieri e dispone di 3.200 posti a sedere. Il progetto è stato davvero una grande sfida: accanto c’era lo studio dei registi e grandi strutture vuote, che sono state utilizzate per le sale di allenamento. In 7 studios e due sale limitrofe, tra cui una palestra comunale, sono state predisposte palestre di basket, basket a tre, pallamano, sollevamento pesi, scherma e scherma del pentathlon. App specifiche scaricabili nei cellulari permettono di coordinare le prenotazioni. Non mancano sale di fitness, sempre aperte, giorno e notte, con saune e centinaia di attrezzi, tra cui innovativi strumento di scansione digitale dell’atleta, in grado di individuare eventuali posture fuori asse.
L’intero Villaggio è stato progettato, inoltre, in modo che fosse il più possibile ecologico ed inclusivo. Tutto è stato pensato per gli atleti e paratleti: l’80% di loro si trovano a meno di 10 km dai siti di competizione, o a meno di mezz’ora di tragitto. Anche la mobilità è stata attentamente studiata, soprattutto in previsione dei Giochi Paralimpici. Per via di alcune aree sopraelevate presenti nel Villaggio, è stato predisposto un sistema di navette per garantire che le persone con mobilità ridotta possano muoversi e spostarsi facilmente da una parte all’altra del villaggio. All’interno del distretto la mobilità è elettrica: sono stati predisposti una sessantina di minibus, totalmente compatibili con le esigenze dei paratleti e inoltre una cinquantina di Yosh-e, unità mobili prenotatili con telefonino, che si adattano a ogni modello di sedia a rotelle, progettati dall’ingegnere italiano Simone Scarfì. All’interno del villaggio la velocità è limitata a 20 km/h, per evitare incidenti.
L’intero Villaggio è inoltre stato progettato nel rispetto dell’ambiente, per proteggere e favorire la biodiversità, con tetti verdi per insetti e uccelli, 8.800 nuovi alberi, e molteplici varietà vegetali. Sono stati previsti spazi verdi, 6 ettari di verde, 9mila alberi e arbusti e un pendio che scende fino alle rive della Senna per creare un ambiente ecologico e attraente che aggiunge colore a un quartiere in crescita. Tutto è stato costruito per adattarsi alle condizioni climatiche previste per il 2050, con elementi che contribuiranno ad attenuare i cambiamenti climatici, come la vegetazione e l’acqua nelle aree pubbliche.
Il villaggio degli Atleti comprende, inoltre, una serie di strutture dalle molteplici funzioni unite sotto il comune denominatore della qualità progettuale. Residenze, uffici e spazi medici ed una varietà di tipologie abitative compatte e strutturare per ridurre al minimo l’ingombro sul paesaggio. Nella costruzione degli edifici è stata prestata la massima attenzione all’impronta carbonica e sono stati utilizzati materiali naturali. Il team di progettazione ha inserito una serie di regole comuni a tutti gli edifici in modo che potessero inserirsi ed adattarsi al paesaggio naturale. Tutti gli edifici sono alti meno di 20 m, le facciate sono in legno, terracotta, acciaio e calce, con colori e trami adeguati al contesto. Alcune di esse hanno il primo piano sollevato su pilotis, per creare una tipologia a palafitta che permette di collegare il piano terra con la natura ed aumenta la trasparenza verso l’esterno. Nei 2800 alloggi, non c’è l’aria condizionata ma impianti di circolazione naturale dell’aria che garantiscono temperature fresche costanti. Inoltre, il villaggio funziona al 100% con energia rinnovabile e tutto il cibo consumato proviene da fonti sostenibili e certificate.
Altra parola chiave è il riutilizzo. La fase post-giochi, chiamata “Legacy Stage”, permetterà, infatti, di convertire gli edifici in residenze per l’edilizia sociale. Così quando si è trattato di progettare gli interni degli edifici, l’ecologia e la riutilizzabilità sono state considerazioni fondamentali. Tutte le architetture sono costruite prevalentemente in legno ed integrate in un quadro strutturale altamente flessibile per consentire l’adattabilità alle esigenze future. Ogni appartamento ha pavimenti in parquet e piastrelle, pareti bianche e un piccolo balcone. L’ambiente è sobrio, classico e ideale per essere utilizzato sia durante i Giochi sia dopo. I futuri residenti potranno quindi vivere lì, dovranno installate le cucine, ma l’impianto idraulico e l’elettricità sono già predisposti. Entro il 2025, i locali, convertiti in abitazioni e uffici, ospiteranno 6.000 residenti e circa 6.000 lavoratori. Inoltre, saranno messe a disposizione della comunità locale case, palestre, spazi verdi e persino negozi e servizi locali.
Sempre in tema di riutilizzo, i letti sono fatti di cartone riciclabile e resistente, modulabili. I materassi, fatti di reti da pesca riciclate, sono studiati per rispondere al meglio alla morfologia degli atleti che possono personalizzarli con una App. A Giochi conclusi, materassi e cuscini saranno destinati all’esercito e a delle Ong mentre i letti saranno riciclati. Invece i piumini, realizzati per Parigi 2024 sono un regalo per gli atleti che potranno portarli con sé alla fine della competizione. Infine, lenzuola, fodere e asciugamani saranno utilizzati dagli hotel di uno degli sponsor, o destinati a centri medici e ospedalieri. Anche il mobilio, tra cui 10mila tavoli e 42mia sedie, sarà interamente ridistribuito.
Il progetto, insomma, è stato davvero una grande sfida ed ha permesso di realizzare un Villaggio davvero unico. Chiudiamo con le parole di Tony Estanguet, presidente del Comitato organizzatore ed ex campione olimpico: “(il Villaggio) è forse il luogo più simbolico dei Giochi, perché qui si ritroveranno tutti gli atleti, all’insegna dell’eguaglianza, anche nell’ospitalità, e dell’universalismo (…) Mi auguro fortemente che Parigi 2024 mantenga la promessa di apertura sul mondo, mostrando l’ambizione e l’audacia del nostro Paese nell’organizzazione di Giochi che diventano la vetrina di quanto di meglio possiamo offrire al resto del pianeta.”
Chiara Busto