Intervista a Morgane Mentil

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  • Ultima modifica dell'articolo:16/05/2024
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Morgane Mentil è un’autrice di romanzi dell’area milanese. Le opere attualmente da lei pubblicate sono il paranormal romance “La Scelta”, uscito nel 2017, e i due racconti “Terrazzo olandese”, giallo pubblicato nel 2020, e “Alcol, Cazzotti e Silicone”, spy story di stampo umoristico uscita nel 2021. Oggi è di nuovo con noi di Sponde Ticino in occasione della recente pubblicazione del suo ultimo romanzo, l’attesissimo horror “Rocca d’Oriente”.

Copertina di “Rocca d’Oriente”.

Cara Morgane, bentornata su Sponde Ticino! Grazie di essere qui con noi.

Grazie a voi, è un piacere essere di nuovo in vostra compagnia.

Congratulazioni per la pubblicazione del tuo nuovo romanzo, “Rocca d’Oriente”! Come ti senti?

Mi sento emozionata ma anche, in un certo senso, liberata, perché “Rocca d’Oriente” è un romanzo che ha avuto una lunga gestazione. Ci sono stati molto lavoro e molto impegno dietro la sua stesura, e ora che ha finalmente visto la luce posso tirare un sospiro di sollievo e dedicarmi con tranquillità ai miei futuri progetti di scrittura.

Raccontaci un po’ il tuo nuovo romanzo.

Rocca d’Oriente è essenzialmente una storia di vendetta. La protagonista, una giovane antiquaria di nome Caterina, è una donna ferita dalla vita e dalle persone di cui più si fidava. La vicenda è centrata sulla festa da lei organizzata per l’amica d’infanzia, Giuditta, festa che si trasforma nel palcoscenico del regolamento di conti di Caterina nei confronti di chi le ha fatto torto.

Il tema fondamentale è quello del doppio: il gioco di contrapposizione tra luce e ombra, vendetta e giustizia, riconoscimento sociale e affettivo, verità personale e verità oggettiva; tutti opposti separati da un confine che si rivela, nel corso del romanzo, labile e fin troppo facile da oltrepassare.

È la prima volta che ti cimenti con il genere horror; com’è nata l’idea per questo romanzo?

L’idea è nata dal desiderio di lavorare su una protagonista forte e oscura che permettesse di scandagliare in modo approfondito l’animo umano, in particolare quella parte intima e fragile di esso che, a seconda delle scelte che compiamo, può trovare la propria sublimazione nella virtù o nell’oscurità. L’horror è un genere che si presta bene a raccontare la psiche e le ferite umane, mettendole a nudo, così ho deciso di cogliere la sfida di usarlo come veicolo per trasmettere i temi importanti incarnati da Caterina.

Nel romanzo sono presenti delle scene particolarmente intense; sono state difficili da scrivere?

Sì, sono stati difficili in ogni fase, dall’immaginazione alla progettazione alla scrittura, perché immergersi in certe scene cruente tipiche dell’horror ha per me significato oltrepassare i miei limiti e le mie inibizioni.

Anche “Rocca d’Oriente”, come le tue opere precedenti, è ambientato nell’area milanese. A cosa ti sei ispirata per la tua Rocca?

La Rocca in sé è una costruzione di pura fantasia ispirata ai castelletti del Piacentino, ma l’ambientazione è quella dei territori a me familiari, dove sono cresciuta e che amo, sfondo privilegiato per tutte le mie opere.

Hai qualche curiosità da raccontarci su “Rocca d’Oriente”? Qualche elemento che senti particolarmente vicino?

Ci sono in particolare tre elementi da me inseriti nel romanzo che amo molto.

Prima di tutto la fotografia, di cui mi sono innamorata durante l’infanzia, quando mio padre mi lasciava entrare nella sua camera oscura, ricavata dalla lavanderia di casa, e mi permetteva di assistere al processo di sviluppo delle sue fotografie in bianco e nero, scattate per hobby. L’impulso iniziale del romanzo, in realtà, è proprio partito dall’immagine di Caterina che ho disegnato a mano e che, nella mia mente, è diventata una sua fotografia; la stessa presente nel romanzo.

In secondo luogo l’antiquariato, una passione che ho ereditato dai miei genitori, tornatomi utile nella delineazione di Caterina, alla quale ben si adattava poiché è un personaggio con uno stile di sofisticata raffinatezza.

Nonostante siano presenti soltanto sullo sfondo, questi due elementi sono fondamentali nel romanzo perché immagini e oggetti hanno un notevole peso nella vicenda, in quanto rappresentativi dell’essere umano a cui sono legati.

Ultimo ma non meno importante lo yoga, di cui sono insegnante certificata. Da esso, e dalla filosofia indiana, derivano gli elementi di misticismo presenti nel romanzo.

In attesa delle tue prossime pubblicazioni e nella speranza di riaverti con noi in futuro, ti ringraziamo di averci concesso quest’intervista e ti auguriamo buona fortuna per le tue prossime avventure letterarie.

Grazie mille, e a presto.

Link utili:

http://www.morganementil.com/

https://www.instagram.com/morgane_mentil

https://www.facebook.com/morganementil.autrice

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