Come molti sapranno, l’Articolo 1 della nostra Costituzione recita testuale: “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro“, per cui ben venga domani il 1° maggio, giornata festiva dove si celebrano gli occupati delle più disparate professioni e categorie.
Una festa, secondo le fonti più accreditate, che ebbe origine verso la fine dell’Ottocento negli Stati Uniti, in piena Rivoluzione industriale, per suggellare la concessione delle 8 ore giornaliere, agli operai delle fabbriche, e che presto si propagò anche in Europa, grosso modo quando l’artista piemontese Pellizza da Volpedo dipingeva il celeberrimo Quarto Stato. Qui da noi, nel corso della dittatura fascista, venne anticipata al 21 aprile, ossia il Natale di Roma, quale ringraziamento del Regime alla forza lavoro agricola e industriale, il tutto depurato ovviamente da qualsiasi riferimento socialista o marxista.
Con l’avvenuta Liberazione dal nazifascismo, la festa tornò alla data originaria, e senza costrizioni ideologiche; cortei e comizi nelle pubbliche piazze, di norma tenuti da sindacalisti, come del resto Cgil, Cisl e Uil organizzano il “concertone”, che da decenni ha il proprio epicentro in piazza San Giovanni, a Roma. Decine di artisti che si succedono sul palco, all’insegna della musica, dei diritti civili e del desiderio di stare insieme, affinchè il 1° maggio sia la festa di tutti, e non una ricorrenza divisiva, come qualcuno sostiene.