Le foreste sono simili alle famiglie umane?

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L’uomo si distingue per la comunicazione e ha sempre pensato di avere l’esclusiva sulla terra di questa qualità.

Passano i decenni e piano piano abbiamo scoperto che così non è. Gli animali comunicano altrettanto bene, con un loro linguaggio specifico ma abbiamo anche scoperto che anche le piante tra loro “parlano”.

Comunicare infatti è vitale per le piante quanto lo è per gli animali. Se per questi ultimi risulta scontato pensare che sussista una forma di linguaggio o comunicazione, altrettanto non lo è per le piante.

Le piante comunicano tra loro non solo attraverso segnali fisici ed elettrici, ma anche attraverso segnali chimici creando di fatto anche un unico macro organismo nelle foreste: un sistema che sembra separato ma sotto il terreno, attraverso le radici interconnesse tra loro permette un forte legame.

E’ ormai provato: gli alberi comunicano e interagiscono fra loro e le foreste sono simili alla famiglia umana. 
I boschi sono infatti costruiti su relazioni che creano reti allo stesso modo delle cellule neuronali del cervello e dei social networks. Ogni albero può connettersi con altre centinaia di alberi, cooperando per il benessere collettivo.

Secondo alcuni popoli indigeni dell’Amazzonia le foreste sono in grado di “pensare”. Una credenza che sfida la distinzione netta tra natura e cultura, rivelando un mondo interconnesso dove l’essere umano non è più il protagonista assoluto. Approfondisci

Nel sottosuolo, nella parte invisibile ai nostri occhi, si estende una foresta infinitamente più grande di quella che è visibile. Formata da radici, funghi, batteri e migliaia di microrganismi è stata soprannominata Wood Wide Web, l’internet delle piante. La ricerca scientifica non solo ha confermato quella che fino a qualche anno fa era considerata solo una teoria ma ha anche gettato nuova luce sulle relazioni simbiotiche e la loro funzione.

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Un esempio particolar delle interconnessioni è dato ad esempio dalla presenza di Alberi Madre, ovvero esemplari più antichi e dal tronco più grosso, attorno ai quali si organizzano le reti sotterranee. Le matriarche del bosco inviano il loro carbonio (ottenuto tramite la fotosintesi) agli alberi più giovani, anche di specie diversa, rifornendo specialmente quelli più deboli e i suoi propri “figli”. Gli imponenti e maestosi alberi madre gestiscono insomma la connessione e gli scambi di un’intera foresta, proteggendone la biodiversità .

Gli alberi invece che sono malati o stanno morendo rilasciano nella rete le loro risorse che potranno essere utilizzate dagli altri alberi vicini. Le piante da interno come gli alberi utilizzano lo stesso tipo di rete per inviare messaggi una all’altra. Se vengono attaccate da parassiti rilasciano componenti chimici attraverso le radici che possono avvisare i loro vicini del pericolo.

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 La deforestazione crea più emissione di gas a effetto serra che tutti gli aerei e macchine del mondo messi insieme, ci priva della fonte primaria di ossigeno ed è totalmente ignorante sulle connessioni esistenti nell’ecosistema forestale.

Un interessante articolo di Focus ci spiega che le piante si scambiano “messaggi” e sono capaci di percepire molti diversi segnali dall’ambiente; ci viene anche spiegato che la differenza di approccio tra piante e animali è invece radicale.
I vegetali hanno infatti quella che si definisce una natura modulare: sono fatti di frammenti molto simili fra di loro, che si incastrano come pezzi di un puzzle. Foglie, tronco e radici sono i tre moduli, e si uniscono in varie combinazioni ma determinante è l‘importanza delle radici interne ed esterne

Quanto è importante un albero vecchio (by Pier Luigi Pinna)

Un albero “vecchio”:
– assorbe circa 22 kg di CO2 all’anno e produce ossigeno sufficiente per due persone.
– stabilizza il terreno e previene l’erosione.
Le radici aumentano la capacità di trattenere l’acqua nel terreno.
– riflettono e assorbono parte della luce solare che aiuta a rinfrescare l’ambiente.
Un singolo albero può avere l’effetto rinfrescante di dieci condizionatori d’aria.
– contribuisce alla formazione delle nubi e quindi ha un impatto positivo sul microclima locale e sulle precipitazioni.
– le foglie che cadono a terra, si spezzano e servono da foraggio per il terreno.
– promuove la fertilità del suolo e sostiene la crescita di altre piante.

La meraviglia della natura non smette mai di stupire, almeno me!!!

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