Madre vuol dire mettere al mondo, accudire per far crescere, prendersi cura di…
Maddalena, ultima figlia di contadini, quando si sposa con Nicola giovanissima, eredita la masseria di famiglia con l’obbligo non scritto di prendersi cura dei genitori sino alla loro morte; così era l’usanza consolidata nel tempo.
Nicola classe 1911, suo coscritto deve assolvere agli obblighi di leva militare pertanto prima è obbligato a partecipare alla campagna dell’Abissinia sino al 1937 , quindi allo scoppio della seconda mondiale parte per la Libia l’11.9.1939 , rientra e, successivamente , a maggio del 1940, parte nuovamente per la Libia – Campagna dell’Africa Settentrionale . Preso prigioniero dagli Inglesi nel 1941, prima viene trasferito in un campo in Sud Africa e poi in Inghilterra al campo n.72 nel Bedfordshire dove resterà lavorando in una fattoria, fino al 1946.
Maddalena in questo lungo periodo deve prendersi cura dei genitori, di due figli nati rispettivamente nel 1937 e nel 1939, della masseria e convivere con una suocera di non facile carattere che anche Nicola , in un primo momento, ha accettato con difficoltà come matrigna.. Infatti, ancora bambino dopo la morte della madre, alla prima notte dopo le nozze del padre, a dimostrazione del suo dissenso per protesta si arrampicò sull’albero davanti casa e molti furono gli interventi , le manovre e le preghiere per farlo rientrare in casa.
La perdita della madre in tenera età ha lasciato una malinconia perenne nei suoi occhi.
Maddalena ed i suoi figli durante la guerra hanno dovuto sopravvivere nella masseria, con l’aiuto degli anziani vicini.
Non hanno sofferto la fame, come nelle grandi città ma, come in tutte le guerre, hanno dovuto superare la paura dei bombardamenti, le incursioni degli incaricati per la raccolta di oro e rame che mandati , si diceva dal governo, per sostenere i soldati in guerra in realtà saccheggiavano e portavano via tutto ciò che trovavano assottigliando le già scarse riserve di cibo frutto del lavoro di Maddalena nei campi. L’attesa, i lunghi giorni in attesa dei bollettini con i nomi dei caduti , eterni, insopportabili.
Tutto ha superato Maddalena solitudine , freddo, paura stretta ai suoi figlioli fino al ritorno di Nicola. Nacquero altri figli, perchè la vita deve continuare ma l’immagine del suo piccolo Francesco di cinque anni che correva a perdifiato dietro gli aerei che sorvolavano la casa gridando ” vi prego , buttatemi giù mio papà, lo voglio vedere” le ha straziato il cuore sino al giorno della sua morte in cui anche lei rincorreva un’aeroplano gridando e che indietro non l’ha mai più riportata.
Le madri soffrono, cadono e si rialzano nonostante i lividi, rinascono ma non superano e non dimenticano mai le sofferenze dei figli che non hanno potuto o saputo evitare loro. E’ una colpa che non sanno perdonarsi.
Enza Amendolara