Non sei bloccato nel traffico, sei il traffico

Per secoli velocizzare e semplificare gli spostamenti è stata una delle ossessioni del genere umano legata, nel bene e nel male, all’idea di progresso.

Nel bene, perché spostarci da un luogo all’altro nel minor tempo possibile ci ha permesso di ridurre le distanze, di avere tutto il mondo a portata di mano. Luoghi che prima erano inarrivabili o richiedevano mesi di viaggi difficili e pericolosi per essere raggiunti ora richiedono solo una mezza giornata di viaggio. Beni che prima venivano commerciati con rischi e costi esorbitanti, oggi ci vengono recapitati alla porta di casa con un semplice click e una breve attesa.

Nel male, perché per quanto tutto questo possa essere meraviglioso, ha anche un costo economico, ambientale e sociale: strade piene di automobili, ore di attesa imbottigliati nel traffico, inquinamento, città dall’aria irrespirabile, incidenti stradali, pedoni e ciclisti investiti, spazi immensi usati per costruire parcheggi invece di case e parchi, e tanto altro.

Ora, la domanda che mi viene spontanea è: ma tutti questi aspetti negativi sono davvero inevitabili?

La risposta è un sonoro no. La verità è che stiamo pagando un prezzo per le nostre comodità che è del tutto innecessario, semplicemente perché non ce ne rendiamo conto, perché siamo talmente abituati a come gira il mondo che non facciamo più caso alle cose che non funzionano, a meno che non ci riguardino da vicino e nell’immediato. E non possiamo cambiare quello che non vediamo.

Come fare? Molti, a questo punto, vi direbbero di comprare un’auto elettrica. E sì, certo, le auto elettriche sono preferibili a quelle tradizionali per una serie di ragioni, ma hanno comunque i loro difetti: sono ancora vendute ad un prezzo proibitivo per la maggior parte delle persone, non risolvono il problema del traffico o della difficoltà di trovare parcheggio, o il pericolo di incidenti.

Io, invece, prima di darvi dei suggerimenti, voglio condividere con voi la mia visione del mondo ideale: un mondo senza automobili. Un mondo in cui le persone possano camminare in città senza avere la nausea per tutti i gas di scarico che si riversano nell’aria da file e file di automobili che circolano per le strade. Un mondo in cui le persone possano camminare in mezzo alla strada senza paura di essere investite, o insultate da un automobilista nervoso perché è imbottigliato nel traffico dell’ora di punta. Un mondo in cui al posto di immensi e tristi parcheggi ci sono parchi in cui passeggiare, fare picnic e gioire della bellezza della natura all’ombra di un albero. Un mondo senza autostrade, senza migliaia di chilometri di scuro asfalto, senza guidatori ubriachi o assonnati o semplicemente spericolati che mettono a repentaglio la loro vita e quella degli altri. Un mondo in cui avere l’auto più grossa o più costosa non è espressione di ricchezza e successo, ma di egoismo e irresponsabilità.

Non mi illudo. So che rinunciare all’automobile non è una soluzione praticabile per tutti, che molti hanno bisogno di un mezzo di trasporto personale per un’infinità di ragioni (io stessa ho un’auto, anche se la uso pochissimo) ma so anche che è davvero l’unica soluzione per un mondo migliore, che ci piaccia o no.

Detto questo, ci sono comunque piccoli gesti che possiamo compiere nella nostra vita di tutti i giorni per migliorare le cose, un passo alla volta. E chissà, forse un giorno vedremo realizzato il sogno di un mondo senza automobili.

Andare a piedi o in bici per i piccoli tragitti. Noi esseri umani siamo nati per camminare; fa bene alla salute sia fisica (ci tiene in forma e previene molte malattie) che mentale (è un antistress naturale). Eppure, siamo talmente abituati alla moderna comodità dell’automobile da preferirla al mezzo di trasporto più antico del mondo: i nostri piedi. Al giorno d’oggi, molte persone vedono l’attività di camminare solo come uno svago saltuario, qualcosa di piacevole che non deve avere uno scopo preciso, e non come un mezzo per arrivare da un punto A ad un punto B nella frenetica vita di tutti i giorni. Se devi fare una passeggiata, vai a piedi, se devi sbrigare una commissione, vai in auto. Secondo me, è un vero peccato.

Se più persone scegliessero di camminare invece di girare in auto, soprattutto nei centri abitati, non solo l’aria sarebbe più pulita, si ridurrebbe l’onnipresente problema del parcheggio e non ci sarebbero incidenti, ma si potrebbe anche ricominciare a socializzare un pochino con le persone che si incontrano per strada. Scambiarsi un sorriso, un saluto e qualche parola amichevole farebbe forse bene all’umore di molti. Per questa ragione, se già non lo fate, la prossima volta che dovete uscire per andare in farmacia, o a comprare il pane, o ad accompagnare i bambini a scuola, se ne avete la possibilità fatelo a piedi. Chissà, potrebbe diventare per voi una piacevole abitudine.

E se davvero non vi piace camminare, esiste sempre la bicicletta!

Usare i mezzi pubblici. Conosco persone che non salirebbero su un mezzo pubblico neanche se ne dipendesse della loro vita. Eppure, sono una soluzione ecologica e molto pratica: una volta saliti a bordo ci si può rilassare e basta solo ricordarsi di scendere alla fermata giusta.

Certo, in Italia i mezzi pubblici non sono sempre il massimo: non sono proprio economici, a volte sono mal frequentati e nelle ore di punta eccessivamente affollati. D’altro canto, anche la benzina costa, anche i parcheggi possono essere zone pericolose, e pure le città sono affollate, ma di automobili, per cui trovare un posto in cui lasciare il proprio mezzo può rivelarsi un’esperienza altrettanto stressante che ritrovarsi schiacciati come sardine in un vagone del treno o su un autobus.

Per quanto mi riguarda, l’unica soluzione per migliorare la situazione è proprio quella di usare i mezzi pubblici il più possibile. Questo sarebbe un modo per generare un circolo virtuoso: usando i mezzi si generano entrate che incentivano le autorità ad aumentare gli investimenti nel settore, così da rendere più piacevoli i nostri spostamenti quotidiani e convincere sempre più gente a scegliere di spostarsi in questo modo. Questo aumenterebbe ancora le entrate e di conseguenza gli investimenti, e così di seguito.

Scegliere i percorsi a minor consumo di carburante. Se invece proprio dovete fare lunghi tragitti in automobile, esiste la possibilità di scegliere percorsi più green, che fanno consumare meno; basta selezionare questa opzione sul vostro navigatore.

Carpooling. Se dovete usare l’auto, allora fatelo insieme ad altri. Non c’è niente di peggio di cinque persone che vanno nello stesso luogo con cinque auto diverse. Mettetevi d’accordo con i vostri colleghi per andare al lavoro o con i vostri amici quando uscite: venitevi a prendere a turno, o date un contributo per la benzina se è sempre la stessa persona a guidare. Farete un favore all’ambiente e al vostro portafogli, cosa che, al prezzo attuale del carburante, non è da poco.

Viaggiare in treno invece che in aereo. L’aereo, si sa, inquina, e molto. E poi ci sono i controlli, le attese infinite in aeroporto, il limite di peso e dimensioni per i bagagli e, oggi più che mai, i costi esorbitanti dei biglietti. A meno che non dobbiate andare in capo al mondo, la soluzione più immediata sarebbe viaggiare in treno.

Sarò pure all’antica ma, per quanto mi riguarda, non esiste nulla di più poetico di un lungo viaggio in treno: trascorrere le ore seduti accanto al finestrino con le cuffiette nelle orecchie a guardare i paesaggi sfilare davanti ai nostri occhi, godendoci il viaggio in compagnia di un buon libro, oppure chiacchierando con un vicino sconosciuto in attesa di arrivare a destinazione. In questo modo, lo spostamento da un luogo all’altro diventa parte del viaggio, dell’avventura, non solo un fastidioso e stressante processo a cui sottoporsi per arrivare dove dobbiamo.

Scegliere prodotti locali. Non solo come ci spostiamo, ma anche quello che acquistiamo fa la differenza. Scegliere prodotti il più possibile locali, che non hanno fatto migliaia di chilometri in aereo o su una nave prima di raggiungerci, è un piccolo gesto che può aiutarci a ridurre l’inquinamento ambientale.

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