Il nostro ambiente è costantemente minacciato e non da meno lo sono le nostre acque di mari, laghi e i nostri fiumi, italiani ed europei.
E un nuovo nemico, sconosciuto a molti, minaccia le acque. In Veneto è già una strage: PFAS
Nel 2023 il 32% di mari, laghi e fiumi italiani ha acque contaminate: è quanto emerge dai risultati delle campagne di Legambiente Goletta Verde e Goletta Laghi 2023 portate a termine con oltre 200 volontari analizzando le acque delle coste, foci dei fiumi, canali, corsi d’acqua che sfociano a mare o nel lago e 40 laghi.
Secondo un’altra recente ricerca pubblicata su Science solo il 14% delle popolazioni ittiche nei fiumi di tutto il mondo è riuscita a scampare i danni delle attività umane.
Ad agosto del 2023, la schiuma inquinava, la superficie del fiume Ticino, che un tempo potevamo chiamare “azzurro”. Il corso veloce dell’acqua a Vigevano faceva presumere che l’inquinamento provenisse da monte, da ben oltre il ponte attualmente percorso da auto e treni.
Versare materiale inquinante in un canale secondario o nel fiume stesso è un azione incivile oltre che condannabile penalmente ma ahimè è un fatto comune quando un fiume passa in contesti molto urbanizzati e industrializzati e quando poi i controlli sono molto complessi da essere attuati. un inquinamento a monte poi si trascina inesorabilmente a valle se presenti dei “filtri”.
Negli anni scorsi si sono ripetuti altri casi anche ripresi dalla cronaca; MilanoToday riportava “Allarme inquinamento nel parco del Ticino: acque fognarie confluirebbero dal canale scolmatore di Abbiategrasso addentrandosi nelle acque azzurre della riserva naturale”.
Sull’inquinamento del fiume Ticino riprendiamo una intervista a Stefano Marconi, attivista del verde e Presidente del Comitato per la Salvaguardia del Ticino mentre nella vita di tutti i giorni è un consulente in materia ittica e ambientale. Appassionato di pesca, da anni lotta per la tutela di un territorio minacciato dall’incedere delle costruzioni e dell’inquinamento. A lui chiediamo:
Il Ticino è minacciato su più fronti: dall’inquinamento idrico al disboscamento per ragioni infrastrutturali. Come vedi il futuro del tuo Fiume e dei boschi che lo circondano?
“Sicuramente la situazione non è delle più rosee, ma per quanto riguarda l’inquinamento delle acque sono in programma alcune opere di potenziamento di depuratori ed anche le “famose” vasche di laminazione del C.S.N.O (Canale Scolmatore di Nord Ovest).
Certo poi che “tra il dire e il fare” ne passa, ma speriamo che questi interventi si concretizzino in breve tempo. I boschi risentono indubbiamente della presenza dell’aeroporto di Malpensa che ha avuto un impatto negativo nei confronti dello stato fisiologico dei boschi lungo il fiume, soprattutto provocando danni alle querce, specie caratteristica della zona. In più si nota l’instaurarsi di specie di origine alloctona, come l’ailanto, che entra in competizione per le risorse con la vegetazione locale, anche se in boschi di climax, per capirci all’ultimo stadio e quindi vecchi, l’insediamento dell’essenza straniera avviene con maggiore difficoltà.
Prevedere un futuro è difficile ma credo che tutto dipenda dalla voglia di prestare attenzione all’ambiente e al fiume, soprattutto perché il parco del Ticino è rimasto l’unico vero corridoio ecologico del nord Italia.
L’attuazione di misure di mantenimento dei boschi e l’implementazione della depurazione delle acque sarebbero sicuramente dei bonus che andrebbero giocati al più presto”
IL PERICOLO DEL PFAS
In 100 grammi di pesce, 14 volte i limiti massimi di Pfas: l’Inchiesta Svizzera che ha analizzato le acque del lago Maggiore e quelle dei suoi affluenti fra cui il fiume Ticino e il cui risultato deve allarmarci!
Dei 10 pesci pescati in varie zone, 7 presentano quantitativi di PFas al di sopra dei limiti tollerabili per l’essere umano stabiliti dall’Unione europea. In certi casi anche oltre dieci volte al di sopra.
Che cosa sono i composti Pfas e quanto danneggiano la nostra salute?
Sta per sostanze per- e polifluoro alchiliche (Pfas), un ampio gruppo di composti contenenti fluoro, sintetizzate dall’uomo resistenti al calore, all’acqua e agli oli. I Pfas sono composti chimici utilizzati a partire dalla metà del secolo scorso in diversi settori dell’industria, a cominciare da quella alimentare e dell’abbigliamento. Vengono chiamati inquinati eterni perché potrebbero rimanere nell’ambiente per centinaia, se non migliaia di anni.
Sono più di 1.600 in Italia, oltre 17mila in tutta Europa i siti contaminati da Pfas, detti anche inquinanti eterni per la loro capacità di rimanere a lungo nell’ambiente. A censirli ci ha pensato il Forever Pollution Project, un’inchiesta giornalistica che ha coinvolto 17 testate in tutto il continente guidato dal francese Le Monde.
I processi industriali in cui i PFAS sono coinvolti sono moltissimi grazie alla loro resistenza e alla loro scarsa affinità sia con acqua sia con i grassi. Si tratta infatti di sostanze idrorepellenti e oleorepellenti.
CONSEGUENZE SU AMBIENTE E SALUTE
Come avviene la contaminazione?
Se smaltiti illegalmente o non correttamente nell’ambiente, i PFAS penetrano facilmente nelle falde acquifere e, attraverso l’acqua, raggiungono i campi e i prodotti agricoli, e perciò gli alimenti.
Negli ultimi anni i PFAS e i loro derivati sono stati sotto indagine per il loro effetto negativo sull’ambiente e sulla salute. Sono recenti le notizie diffuse circa la contaminazione dell’acqua destinata al consumo giornaliero in Veneto e Lombardia.
Ma perché i PFAS rappresentano un rischio per l’uomo?
«Purtroppo possono penetrare nelle acque sotterranee se non ben gestiti durante i processi di lavorazione industriale, finendo per accumularsi anche nelle piante. Il rischio di ingresso nella catena alimentare, dunque, aumenta, assorbiti dal sangue con conseguenze che sono tuttora oggetto di numerosi studi scientifici per il loro impatto sulla salute».
Dai risultati di ultimi studi scientifici, sperimentali ed epidemiologici, l’EFSA – Autorità europea per la sicurezza alimentare – ha indicato un aumento dei livelli di colesterolo nell’uomo, e altri studi hanno mostrato alterazioni a livello di fegato e tiroide, del sistema immunitario e riproduttivo, e alcuni tipi di neoplasie.
L’esposizione maggiore avviene attraverso ciò che mangiamo e beviamo.
CONSEGUENZE SUI PESCI MA NON SOLO…
Nel vecchio continente in particolare, si è assistito ad una vera e propria sostituzione di specie. I grandi storioni e salmoni autoctoni, ad esempio, hanno ceduto il passo a specie invasive come la carpa asiatica e il pesce gatto.
Quella delle cosiddette specie aliene, introdotte in un ambiente totalmente diverso dal loro ecosistema originario, è ormai una prassi comune in Europa Occidentale. Questo sostituzione è stata favorita anche dagli interventi umani compiuti su fiumi e torrenti. L’interruzione dei corsi d’acqua con dighe e la creazione di bacini artificiali ha favorito lo sviluppo di una popolazione di pesci che si adattano particolarmente bene a questi nuovi ecosistemi.
Carpa comune e persico trota sono così diventate le specie di pesci più diffuse nelle acque dolci globali.
Si sta correndo ai ripari con sperimentazioni: ad esempio una “reimmissione” di storioni nel Ticino, accompagnata ad un’attività didattica che ha coinvolto le scuole. E’ il frutto della rinnovata collaborazione tra comuni del Ticino, il Parco del Ticino, la Polizia Provinciale , con l’iniziativa didattica “LiberiAMO gli Storioni”.
L’idea si è concretizzata in un rilascio nelle acque del Ticino di storioni allevati nelle strutture del Parco, il tutto insieme a bambini e insegnanti.
Ma l’inquinamento non minaccia solo acque e pesci.
Come difendersi dagli PFAS?
Considerati i terribili effetti sulla salute umana, è fondamentale capire come difendersi dai PFAS ed evitare ogni possibilità di contaminazione, per quanto possibile. Ma come possiamo, ogni giorno, cercare di evitare questi pericolosi inquinanti?
Molte sono le ricerche in corso, ve ne segnaliamo un paio interessanti:
Come eliminare i PFAS: un caso di studio e Pfas, cosa sono e qual è lo stato della ricerca | Il Bo Live UniPD
Limitare l’uso di prodotti contenenti PFAS
- Scegli utensili da cucina sicuri: evita l’uso di utensili da cucina antiaderenti che contengono PFAS (come il Teflon). Opta per pentole, padelle e teglie in acciaio inossidabile, vetro, ghisa o altri materiali sicuri per la cottura.
Ricorda che i PFAS possono essere presenti anche in carta oleata e pellicola trasparente, quindi cerca alternative come la carta da forno non trattata o contenitori di vetro per avvolgere gli alimenti. - Leggi le etichette dei prodotti: prenditi il tempo per leggere attentamente le etichette dei prodotti per la cura personale, come detergenti, shampoo, creme idratanti e cosmetici. Scegli prodotti per la pulizia e per l’igiene che dichiarino di essere privi di PFAS o che siano etichettati come “senza PFAS”.
- Limita l’uso di prodotti impermeabili: riduci l’uso di prodotti che presentano rivestimenti impermeabili, come capi di abbigliamento, tappeti, biancheria da casa o tessuti trattati per resistere alle macchie. Questi prodotti potrebbero contenere PFAS che possono venire rilasciati nel tempo.
L’acqua potabile è il principale veicolo di intossicazione da PFAS.
Se i livelli di PFAS della tua rete idrica sono oltre la norma, dovresti prendere delle precauzioni: l’installazione di un sistema di filtrazione adatto può ridurre significativamente i livelli di PFAS che assumi attraverso l’acqua del rubinetto. Assicurati di utilizzare impianti di alta qualità progettati per rimuovere i PFAS