Agli US Open i due giovani fenomeni si ritrovano per il terzo Slam consecutivo: in palio non solo il trofeo, ma anche il numero uno del mondo.
Jannik Sinner e Carlos Alcaraz si ritrovano ancora una volta, stavolta sul cemento di New York. Sarà la terza finale Slam consecutiva dopo Parigi e Wimbledon, a conferma di una rivalità che sta ridisegnando la geografia del tennis mondiale. Da una parte l’italiano, numero uno al mondo, che ha superato in quattro set un ostico Félix Auger-Aliassime; dall’altra lo spagnolo, che ha battuto Djokovic senza perdere un set e che in tutto il torneo non ha mai lasciato un parziale per strada.
La semifinale di Sinner non è stata semplice: dopo un avvio dominante ha concesso il secondo set al canadese, salvo ritrovare subito ritmo e precisione. Ha rassicurato sul piccolo stop per un time-out medico e ha parlato con fiducia della finale: «Nulla di serio, sarà una partita bellissima». Alcaraz invece ha mostrato una solidità impressionante contro Djokovic, che a 38 anni ha provato a resistere ma non è mai riuscito a cambiare l’inerzia del match. Lo spagnolo è arrivato alla finale senza sbavature, con la sensazione di avere ancora margini da esprimere.
In palio non c’è soltanto la coppa. Per Sinner c’è la difesa del numero uno del mondo, che detiene da più di un anno: una sconfitta lo esporrebbe al sorpasso di Alcaraz, pronto a riconquistare la vetta. È il segno di una sfida che ormai va oltre i singoli tornei: ogni confronto tra i due diventa un capitolo di una storia più grande, che potrebbe segnare un’era.
Molti ex giocatori e commentatori lo hanno sottolineato: Sinner e Alcaraz sono oggi due gradini sopra il resto del circuito. Djokovic rimane competitivo e continua a mostrare la sua straordinaria longevità, ma la sensazione è che il futuro sia già qui. E che passi dalle racchette di due ragazzi poco più che ventenni che continuano a spingersi a vicenda sempre più in alto.
Domenica a New York non si giocherà solo una finale, ma un altro episodio di una rivalità che, più di ogni altra, sta definendo il presente e il futuro del tennis.