Un gruppo di persone , assolutamente disomogeneo, per stile di vita ed interessi frequentatori assidui o meno, di corsi culturali , musicali o altri, si sono ritrovati attorno a un tavolo perché a uno di loro, solitamente il più estroverso ( ogni gruppo ha il suo) sia venuto in mente di festeggiare .
Sì, ma festeggiare cosa ? la domenica, San Francesco, l’inizio anno accademico.
..Non è poi tanto sapere il motivo, il cosa, il come, ma il dove e quando.
Con chi? Con studenti di qualsiasi materia e con il qualsivoglia aggregato: amici, cognati, sorelle, fratelli e cognati dei cognati e così via.
All’arrivo al ristorante, è tutto un salutarsi, abbracciarsi , presentarsi.
Ci sono amicizie consolidate o appena iniziate, alcune solo accennate.
Ma non è importante .
Importante è il trovarsi, il ritrovarsi o ancora l’incontrarsi. per la prima volta.
Comunque, agli aperitivi si sono già formati i sottogruppi e i più timidi cominciano a lasciarsi andare mentre quelli più gioviali azzardano qualche battuta.
Ecco che ora l’organizzatore si sente in dovere di ufficializzare e presentare i nuovi iscritti.
Alla fine del primo piatto l’alcol ha già assolto al suo dovere….quello di dissipare ogni reticenza a buttarsi nella mischia unendosi a voce alta al bel canto intonato dai più temerari.
Applausi, risate, ricordi di precedenti scampagnate, allegria, ma anche il ricordo di chi c’era e ora manca.
I toni si abbassano , ognuno riflette in cuor suo e trattiene per sé, per un momento la persona amica, figlia, madre , padre che non c’è più ma che vive nel ricordo più o meno nitido di tutti che ora non sono più gruppo ma diventato “compagnia” con cui condividere la solitudine ed il dolore di una perdita, una delusione, un problema di salute.
E ancora, condividere una ricetta del coniglio con le patate ed i piselli, l’ansia e ‘attesa di rivedere una figlia lontana per lavoro, l’esultanza alla notizia di una figlia che sta per sposarsi, il racconto del cammino di Santiago di chi lo ha percorso, la lettura di una poesia di J. Brel che si sono scambiati due giovani che assieme contano quasi 140 anni .La partita bonaria sempre aperta di donne/ verso /uomini e viceversa.
E poi le risate per l’attore che con l’amico “spalla” improvvisa la gag del marito tradito.
Si potrebbe continuare all’infinito. Che miracolo è la vita e che piacere incontrare persone vere e non solo virtualmente, cogliere le espressioni degli occhi, ascoltare la voce.
Queste occasioni fanno sperare che per l’umanità c’è ancora una speranza.
“Io ti ringrazio sconosciuta compagnia
Non so nemmeno chi è stato a darmi un fiore
Ma so che sento più caldo il mio cuor” .