Parafrasando il cantautore Raf, è lecito porsi il seguente quesito: “Cosa resterà, di questo 2023?”. Una plausibile risposta la fornisce la redazione di Spondeticino.it, sottoforma di categorie e di un virtuale podio, per ciascuna di esse. Incominciamo con l’argomento cinematografico, relativo ai film usciti in sala nell’anno solare; premessa la soggettività del giudizio, la palma (d’oro, tipo Cannes) spetta a Oppenheimer diretto da Christopher Nolan, un grande ritratto di un uomo zeppo di contraddizioni, ossia il fisico J. Robert Oppenheimer, il padre della bomba atomica, e del suo Paese natale, gli Usa, incoerente nella gestione giuridica del suo caso, una volta caduto in disgrazia, nel Secondo dopoguerra. A seguire C’è ancora domani, di e con Paola Cortellesi, un affettuoso omaggio al cinema neorealista, incentrato sulla condizione delle donne nel 1946, in un contesto dipinto come patriarcale e violento, alla vigilia del suffragio universale in Italia, con l’ingresso nella vita pubblica del gentil sesso. Medaglia di bronzo a Io capitano, per la regia di Matteo Garrone, concernente il discusso tema dell’immigrazione. Un (ipotetico) viaggio della speranza, seguito passo passo, da un villaggio africano alle coste siciliane, tragitto nel quale il fattore umano s’interseca alle difficoltà e a possibili tragedie.
Per l’ambito musicale occorre una doverosa premessa, e cioè che chi scrive ascolta di norma cantautori anni 70/80, oppure gruppi rock, grosso modo dello stesso periodo. Ragion per cui, il podio risulta composto da artisti più sentiti casulmente che non effettivamente apprezzati, ed è così strutturato: la colombiana Shakira, Marco Mengoni ed Elodie, stando ai dati delle tradizionali hit parade, e nell’ordine che il lettore preferisce…
Tranditando agli eventi sportivi, non possiamo che cominciare con la mitica “insalatiera”, vale a dire la Coppa Davis conquistata dai valorosi tennisti azzurri a Malaga, a distanza di 47 anni dal trionfo di Santiago ’76, in quel Cile sottomesso alla feroce dittatura militare di Augusto Pinochet. L’argento, va da sè, allo scudetto numero 3 del Napoli allenato da Luciano Spalletti, una squadra calcistica sontuosa, nelle condizioni di rinverdire i fasti dell’epoca dorata di Diego Armando Maradona, per il gaudio di un intero popolo, e spezzare il tripolio Juve-Milan-Inter dopo oltre vent’anni. A chiudere un’immensa sorpresa dal Mondiale di basket, in quel Manila, con il titolo iridato appannaggio (contro ogni pronostico) della Nazionale tedesca, mai così in alto, nemmeno con in campo il favoloso Dirk Nowitzky. Una straordinaria prima volta.
Per concludere, ossia per quanto concerne i fatti da prima pagina, purtoppo sbaraglia la concorrenza il conflitto fra Israele e Hamas, decollato il 7 ottobre nel martoriato Medio Oriente, e più esattamente nella Striscia di Gaza. Un avvenimento sanguinoso e tremendo, capace di relegare al 2° posto chi ha sempre puntato al vertice assoluto di qualsiasi graduatoria, e cioè Silvio Berlusconi, scomparso il 12 giugno, per i postumi della leucemia che lo affliggeva. Un personaggio assolutamente divisivo, che comunque ha contrassegnato l’ultimo mezzo secolo di storia italiana., dal punto di vista imprenditoriale, politico e sportivo. Quale chiosa l’alluvione in Romagna della scorsa primavera, fra morti, devastazioni e ingenti danni, quale evidente segnale dell’emergenza climatica globale, a cui siamo sottoposti… Una riassuntiva e fotografica carrellata dell’anno che ci sta lasciando, in sinergia alla speranza di un 2024 sereno, tranquillo e carico di gratificazioni…