Attorno alle 23 di venerdì 8, in una struttura ricettiva che profuma controcultura, passione e impegno civile come Big Lebowski, al civico 15 di corso Trieste a Novara (foto sotto), è andato in scena uno spettacolo rigorosamente al femminile, e prevalentemente musicale.
Introdotte dal sorriso luminoso e dalla voce limpida di Erika De Luca (foto sotto), si sono alternate e talora esibite in sinergia cinque artiste, ciascuna provvista delle proprie peculiarità canore; un concerto live collegato al progetto L8 Anch’io, con il ricavato delle offerte raccolte interamente devoluto all’associazione umanitaria Liberazione & Speranza.
A rompere metaforicamente il ghiaccio Paralela (nella foto in basso, la ragazza a destra), una ragazza novarese sensibile alle tematiche sociali e alle sonorità di matrice ispanica, racchiuse nel brano Al sole da lei proposto; chitarra alla mano, seggiola e microfono di fronte, per narrare sottoforma di canzone delle vicende di donne, gravate da problemi quotidiani, sfoggiando perfino assonanze artistiche con la grande Joan Baez.
A seguire Leonor (foto sotto), al secolo ovviamente Eleonora, anch’ella del circondario e venuta al mondo in una famiglia di musicisti classici; un talento straordinario il suo, alimentato da studi personali in materia di rhythm and blues e soul. Incantevole la sua interpretazione di Stronger than me, portato in cima alle hit parade da Amy Winehouse, una delle icone mondiali della musica soul.
L’incedere della scaletta prevedeva quindi l’ingresso della cantautrice trecatese Ludia Venus (nelle due foto qui sotto), una musicista in grado di abbracciare armonie pop, blues e soul; in ragione di ciò si è cimentata con Honey, condotta al successo dall’artista queer americana Kehlani, per una canzone che celebra l’amore per la donna nella sua globalità, e nelle varie sfaccettature. Pure Ludia, dotata di sedia, microfono e … voce celestiale, ha ammaliato il vasto pubblico accorso, di fronte a lei.
Decisamente attinente l’intermezzo “parlato” proposto quindi dalla presentatrice Erika, giovanissima studiosa di arti cinematografiche, la quale ha omaggiato gli spettatori con un monologo di Paola Cortellesi, che gioca sul significato attribuito ad alcuni vocaboli, se declinati al maschile o al femminile. Senza smarrire il ritmo della serata, il testimone è poi passato a Buda (foto sotto), una rapper di Novara, la quale ha intonato un inedito dal titolo Nel blu, nelle condizioni di titillare le corde emotive di ognuno.
Una carrellata di giovani musiciste locali, quale antipasto alla guest star dello spettacolo: la vicentina Schiuma (foto sotto). Autrice da tempo, e successivamente cantante a tutti gli effetti, all’interno di un mood artistico sbocciato con l’ukulele e la musica indie, da cui trarre suggestioni anche accostabili al mitico Hollywood party, diretto da Blake Edwards e con Peter Sellers. Dolce e grintosa al tempo stesso Schiuma, con i capelli rasatissimi e un’immensa padronanza del palcoscenico. Impegnata in prima persona nella tutela dei diritti civili, e talentuosa nell’armonizzare i pezzi del proprio repertorio, decisamente ballabili e dall’allure anni Novanta; cinque brani coinvolgenti, uno dei quali esplicitamente dedicato al dramma del popolo palestinese, dopo il 7 ottobre, fra l’ovazione dei presenti, in sinergia al racconto del suo coming out.
Da lì, l’avvio del rush finale della serata, battezzato da un’esibizione in coppia, firmata Paralela e Ludia; il successo rivisitato di un musicista messicano, con al centro in origine un frutto succoso e prelibato, e per la circostanza accostato alla figura femminile, dal titolo La ciruela. Seguendo quanto proposto in precedenza, una chitarra classica, due seggiole, altrettanti microfoni e timbri vocali sublimi, a corollario di un testo nello specifico (e ovviamente) in spagnolo. Atmosfere non distanti da certi nostri cantautori, diciamo sulla scia di Giorgio Gaber e il suo teatro canzone, o forse Fabrizio De Andrè, nel religioso silenzio della platea, sino all’ovazione appena evaporata la performance. Un calorosissimo applauso, quale via libera agli allegorici fuochi d’artificio conclusivi, messi in atto da tutte queste strabilianti artiste, decisamente con le carte in regola per raggiungere traguardi di primissimo livello.