Cari lettori, proseguiamo nella conoscenza del basso novarese, attraverso l’incontro con personalità di spicco del territorio in oggetto. Nella circostanza abbiamo l’onore di parlare con il dott. Filippo Mittino, stimato psicologo trecatese e specializzato nei problemi correlati all’infanzia e all’adolescenza. Al fine di sviscerare meglio l’argomento, gli verranno poste alcune domande.
Buongiorno dottore e grazie per la sua disponibilità. In una società articolata e complessa come l’attuale, quanto conta la figura dello psicologo? “In una società complessa credo che il ruolo dello psicologo sia importante, in quanto permette di affrontare e comprendere alcuni fenomeni. In ogni caso bisogna smitizzare la figura stessa dello psicologo, in quanto non si tratta di un inutile guru o detentore del sapere, ma di una persona che, essendo a conoscenza delle dinamiche della mente umana e delle relazioni interpersonali, può fornire nuove chiavi di lettura, permettendo la crescita di un pensiero, di un ragionamento e quindi di un dialogo”.
Generalmente, quali sono le motivazioni che inducono una persona a chiedere l’intervento dello psicologo? “Le motivazioni sono chiaramente molteplici, come vivere un periodo emotivo complesso, al di là dell’età, da cui deriva la necessità di rivolgersi a qualcuno che possa dipanare queste trame, per tornare a un percorso di vita sereno. Altre volte si ricercano consigli perchè ci si trova in un momento di dubbi, e di non chiarezza; ovviamente le problematiche possono essere di varia entità, da quelle patologiche a chi chiede semplicemente un luogo dove esser ascoltato e capito, al fine di destreggiarsi meglio nella quotidianità”.
La pandemia da Covid-19 ha acuito i casi, o siamo rimasti ai livelli pre 2020? “Si con la pandemia sono aumentati i casi di difficoltà e le richieste, perchè fondamentalmente il Covid ha agito da amplificatore di problematiche preesistenti. Oltretutto è come se il tempo si fosse improvvisamente fermato: impensabile in una società iperattiva come la nostra. Il lockdown, l’essere rinchiusi in spazi magari angusti, ha agevolato processi di riflessioni personali, in merito a situazioni silenti e latenti, e per quelle più complicate si è reso necessario il consulto di esperti in materia, per dipanare la trama della quotidianità”.
Sappiamo di una sua corposa produzione letteraria. Le andrebbe di accennarci qualcosa? “Ormai ho un discreto numero di titoli all’attivo, tutti quanti all’interno di una ben definita cornice, ossia il modello narrativo della psicologia psicanalitica: un metodo semplice di narrare ciò che accade nella mente. A tutti gli effetti, non si discosta dalla struttura delle fiabe, tipo l’eroe in cerca della principessa, fra un mucchio di ostacoli; una metodologia per raccontare l’inconscio, principale sfondo a tutti i miei libri. Il primo narra di adolescenze scappate di mano, scritto in collaborazione con l’autore per ragazzi Antonio Ferrara, e pubblicato nel 2013: ci sono alcuni suoi brani, da me commentati dal punto di vista psicologico. Un filone e uno schema adoperati anche in “Riorganizzare la speranza”, relativo ai bimbi, ne “La sfida dei papà”, concernente la figura paterna, e quindi in “Scherzare col fuoco”, edito da Einaudi.ragazzi e che tratta di relazioni scolastiche, nonchè in “Amore adolescente”, pubblicato da Rizzoli e scritto in sinergia con Ludovica Cima, dove emergono i falsi miti degli amori adolescenziali, fornendo loro un’immagine più credibile e veritiera, Tutte produzioni divulgative e legate alla vita quotidiana”.
Il lavoro la porta spesso a confrontarsi con realtà extraterritoriali, anche televisive. Vorrebbe raccontarci qualche aneddoto a riguardo? “Si, molte e significative le esperienze esterne, incluso l’esser presente in una causa tv di “Forum”, in qualità di esperto. Tutti aspetti molto interessanti, che in una decina d’anni mi hanno aiutato a formarmi attraverso realtà differenti, che non avrei colto restando chiuso nel mio studio: incontri con genitori, insegnanti e ragazzi, in vari contesti sociali e culturali. Altro passo fondamentale, l’aver partecipato come autore e formatore a dei festival di letteratura giovanile, dove è possibile interagire con persone sconosciute e con altri colleghi. Laboratori e spazi creativi dove si propone e si progetta, anche se il top rimane l’esperienza di “Cesenatico noir” nel 2022; lì presentai il mio libro “Visti di profilo”, ma soprattutto conobbi di persona un mito come Carlo Lucarelli, tenendo insieme a lui un dibattito sulla paura nei libri.”
Qualche progetto in cantiere? “Diciamo che il mio modo di vivere la professione è già un cantiere aperto; progetti futuri ce ne sono, e per me sono aspetti vitali. A breve sono previste due nuove pubblicazioni; la prima dovrebbe vedere la luce in primavera, ed è dedicata alla scrittura per emozioni, raccolta nei laboratori svolti con ragazzi e adulti, in oltre dieci anni. La possibilità di raccontarsi scrivendo, e condividere esperienze e significati emotivi nel gruppo di lavoro, creando cultura psicologica. L’altra sarà disponibile nelle librerie in autunno, e racchiude un’ulteriore fetta del mio lavoro, ossia lo sportello scolastico, o se preferite lo psicologo a scuola, quale condensato di appunti personali in anni d’esperienza”.
Stimolante la chiacchierata con il gentilissimo Filippo Mittino, che ci ha illustrato una materia affascinante e dai parecchi lati oscuri, come la PSICOLOGIA.
Bella questa intervista!