Siamo ormai indirizzati verso l’epilogo di queste Olimpiadi 2024, le XXXIII di una favolosa serie battezzata nel 1896, consapevoli del fatto che, data la vastità del programma agonistico e tecnico, risulta impossibile aver un credibile quadro d’insieme. Ragion per cui, coadiuvato dai colleghi che si occupano delle singole specialità, ci addentriamo in questa fabbrica d’emozioni, omaggiando da subito l’impresa di Alice D’Amato (foto), oro alla trave nella ginnastica artistica; un’apoteosi leggendaria, incrementata dal bronzo di Manila Esposito, al compimento di prove contraddistinte da classe e leggiadria, superando nelle valutazioni delle campionesse come Simone Biles e la brasiliana Rebeca Andrade, vincitrice al corpo libero.
Il primo trionfo azzurro al femminile, fra gli attrezzi ginnici, mentre il tiro a volo regala storicamente notevoli soddisfazioni; assecondando la fausta tradizione, Gabriele Rossetti e Diana Bacosi si sono aggiudicati la finale dello skeet misto, battendo all’ultima serie la coppia Usa. Al cardiopalma invece i due tornei di pallavolo, nobilitati dall’incredibile rimonta dell’Italvolley maschile di Fefè De Giorgi; sotto 2-0 e con 4 match point a favore del Giappone, è riuscita a ribaltare le sorti dell’incontro, strappando un 3-2 all’ultimo respiro. Una riedizione pallavolistica del celeberrimo Italia-Germania 4-3, per l’alternanza di risultati, che ha permesso a Giannelli e soci di acciuffare (per stasera) la semifinale contro i padroni di casa, mentre la Polonia è la prima finalista, dopo la vittoria al tie-break contro gli americani. Assai più lineare il quarto di finale delle azzurre, che ieri sera hanno regolato con un netto 3-0 la temibile Serbia; in splendida forma le ragazze di Julio Velasco (foto), ora attese da Daniele Santarelli (marito di Moky De Gennaro) e la sua Turchia, con Brasile-Usa (una finale anticipata) a completare il quadro.
Dominante, pur senza incantare i palati più esigenti, team Usa del basket maschile, in ottica della semifinale contro l’ostica Serbia di Nikola Jokic, mentre il derby del Reno tra Francia e Germania l’altro match; a differenza di Kevin Durant e colleghi, uno stratosferico “Mondo” Duplantis (foto), l’uomo che sfida le leggi della gravità. Straordinario lo svedese (di natali americani) nel salto con l’asta, sbaragliando concorrenza e record mondiale, dopo aver valicato un fantascientifico 6.25 m. Nell’Olimpo anche il greco Miltiadis Tentoglu, con 8.48 m ancora campione nel lungo, dopo il successo di Tokyo; una conferma ma anche linfa nuova dalla pedana, attraverso il bronzo del diciannovenne Mattia Furlani, a 14 cm dalla gloria e astro nascente della specialità. Da applausi la britannica Keely Hodgkinson negli 800 m, europea nelle condizioni di metter in riga le quotatissime mezzofondiste degli altipiani africani. Sul podio ancora Julien Alfred da Saint Lucia, seconda nei 200 m piani dopo l’oro nella mezza distanza, come del resto attendiamo notizie confortanti da Larissa Iapichino nel lungo e da Nadia Battocletti nei 10000.
Dagli sport acquatici, aspettiamo il quarto di finale del Settebello contro la rivale di sempre, l’Ungheria, mentre la coppia di velisti Ruggero Tita e Caterina Banti (foto), campioni in carica, hanno già prenotano un altro podio; discipline tradizionali, a differenza di talune molto giovani, come il basket 3 vs 3, l’arrampicata libera o lo skateboard, che personalmente non suscitano il mio interesse, ma queste sono opinioni personali. Come del resto, non capisco i detrattori seriali di questi Giochi, che non perdono occasione per gettare fango su questa festa dello sport. Premesso che vi siano delle falle logistiche, nella Senna o nel villaggio degli atleti, nessuno obbliga a seguire gli eventi agonistici trasmessi dalla tv; d’altro canto io, ritenendo programmi come Grande Fratello o il Festival di Sanremo non di mio gradimento, evito di guardarli, senza incollarmi davanti al televisore per il solo gusto di affermare che non mi piacciono…