La crescente urbanizzazione ha portato alla progressiva perdita degli habitat esistenti prima delle costruzioni antropiche, frammentando il territorio per le specie che li abitavano.
Per esempio, la FAO ha stimato che dal 1990 al 2020 sono stati distrutti circa 186 milioni di ettari di foreste e boschi (su un totale di 4.06 miliardi di ettari, circa il 31% della superficie terrestre), a causa della costruzione di strade ed edifici
Un tempo gli animali erano liberi di spostarsi mentre oggi è molto più difficile a causa delle infrastrutture dell’uomo.
Un modo per risolvere la situazione, esiste: i corridoi ecologici, cioè sistemi interconnessi di aree volte a salvaguardare la biodiversità connettendo tra loro zone divise da elementi antropologici.
Questi corridoi permettono alla flora e alla fauna di circolare tra le due zone nonostante gli ostacoli come strade, recinsioni e così via. Delle vere e proprie “autostrade naturali” che gli animali possono usare per spostarsi in sicurezza da un posto all’altro e che si trovano nei punti strategici che gli stessi animali avrebbero usato per migrare.
Esattamente come esistono i corridoi urbani dove l’uomo costruisce strade ed edifici, creando così aree urbane connesse tra loro. anche agli animali hanno le stesse necessità di avere le loro autostrade.
Molte specie che percorrono distanze lunghissime per migrare in posti in cui riprodursi, ripararsi dal freddo o andare alla ricerca di prede sono state messe in difficoltà dalle barriere create dall’uomo, come le recinsioni dei campi con filo spinato o le strade a scorrimento veloce che rappresentano una delle principali cause di morte per moltissimi animali.
Non dobbiamo andare tanto per renderci conto di questi effetti: Il fiume Ticino è un bell’esempio come lo è il Parco del Ticino (Il corridoio ecologico – Germoglio del Ticino (parcoticino.it) fino ad estendersi a cavallo tra Italia e Svizzera, è una delle aree naturali più importanti d’Europa: è l’unica che collega le Alpi con gli Appennini attraverso la pianura Padana, ospita una ricca biodiversità ed è una risorsa fondamentale per contrastare gli effetti negativi dei cambiamenti climatici.
Altrettanto lo sono i sistemi dei parchi che consentono addirittura di arrivare nel cuore della città di Milano, sfruttando come ultima parte anche le aree interconnesse degli Ippodromi milanesi.
Altri esempi di corridoi, (in Italia dobbiamo migliorare con nuova mentalità e nuovi investimenti)
10 bellissimi corridoi ecologici per salvare gli animali – greenMe
Parco del ticino e corridoi ecologici… | VIVA VIA GAGGIO (wordpress.com)
LIFE TIB
Vol-Connessione-Ecologica_Introduz-cap-1.pdf (flanet.org)
Vol-Connessioni-ecologiche.pdf (flanet.org)
Il Parco del Ticino corridoio ecologico essenziale anche per le farfalle | Corriere Alto Milanese
DALLA FONDAZIONE CARIPLO 100.0000 EURO PER IL CORRIDOIO ECOLOGICO DEL SAN BERNARDINO | Verbania Milleventi
Il Parco di Banff in Canada, pioniere ed esempio da imitare
Duegradi.eu ci segnala che il primo ad approfondire il tema dei corridoi ecologici è stato probabilmente lo scienziato naturalista Tony Clevenger, all’inizio degli anni ‘80. Clevenger si era reso conto che la Trans-Canada Highway, costruita dividendo il Parco Nazionale di Banff, aveva provocato danni ai processi riproduttivi delle alci, incapaci di trovare risorse necessarie per vivere nella zona del parco delimitata dalla strada, ma allo stesso tempo impaurite dalle vetture che la transitavano e che quindi ne impedivano lo spostamento.
Lo scienziato e il suo team decisero di installare videocamere ai lati della strada con lo scopo di studiare in quali zone avvenisse, o tentasse di avvenire, lo spostamento delle giovani alci. In questi punti precisi, il team optò per la costruzione di un ponte che congiungesse una parte del parco all’altra e sul quale potessero spostarsi solamente gli animali.
Il corridoio ecologico del Parco Nazionale di Banff ha portato effetti positivi sia sulla vita degli animali, sia su quella delle persone: se in passato si contavano oltre 100 collisioni all’anno tra vetture e animali all’interno del Parco, nel 2017 se ne è contata una scarsa dozzina
CONCLUSIONE
Nella tutela dell’ambiente è quindi importante oltre a proteggere boschi e parchi, costruire una interconnessione fra loro: grazie a queste autostrade la natura sopravvive, si sviluppa e cresce: non solo quindi proteggere gli animali che grazie a questi percorsi si spostano, quasi liberamente ma le stesse protezione viene offerta alla vegetazione che formano un articolato e potente sistema vivente beneficiano di questi percorsi per non vedersi intrappolati nei corridoi urbani