I rapaci notturni, signori delle “tenebre”

Di notte i rapaci notturni dominano il proprio territorio con “effetti speciali”: udito, vista. La magia del volo silenzioso ispira gli scienziati

(by JayWarBurton)

Il loro apparato uditivo è molto efficiente sulle frequenze acute, tipiche dei richiami delle loro prede che comunicano generalmente con questi toni alti

Il Barbagianni ad esempio ha orecchie posizionate lateralmente sulla testa ma un orecchio è situato più in basso dell’altro, in questo modo riescono a localizzare esattamente da dove proviene un suono. Le penne sul capo sono ordinate in modo che il suono arrivi direttamente alle orecchie, così i rapaci notturni riescono a sentire anche il minimo fruscio. Wow?

Gli occhi sono caratterizzati da globi oculari di grandi dimensioni rispetto a quelle del capo, la retina ospita in percentuale un maggior numero di fotorecettori (bastoncelli) e la vista è binoculare e tridimensionale;

Hanno la capacità di essere molto silenziosi anche grazie a penne e piume che svolgono funzioni di termoregolazione corporea e ruolo attivo durante il volo.

Particolare è il piumaggio del Barbagianni: le penne sono strutturate in modo tale da ridurre il fruscìo aerodinamico a valori minimi che gli consente di giungere in volo sulla preda senza essere percepito dalla stessa. Il suo volo silenzioso e il candido piumaggio della zona ventrale gli hanno attribuito il soprannome di “fantasma della notte”.

Di notte possiamo ascoltare il verso dei rapaci notturni e con un po’ di fortuna riuscire a vederli. In Italia non è raro incontrare i rapaci notturni, vivono in pianura e sull’Appennino, nei sottotetti e nei parchi.

Protagonisti di numerose leggende, in passato venivano associati alle sventure, ma non tutti erano dello stesso parere: per i nativi d’America, ad esempio, il gufo era un totem portatore di grande saggezza.

Ci sono escursioni dedicati con esperti. Noi siamo stati con l’escursione notturna del Centro di Recupero della Fauna Selvatica delLa Fagiana di Magenta che ne organizza una all’anno molto interessante, fatta bene.

Perché solo una? Perché lo scopo del centro è il recupero e la salvaguardia degli uccelli e l’escursione notturna nel bosco, seppur utile alla conoscenza è comunque una attività che con la presenza di persone nel bosco disturba gli animali.

Quali possiamo sentire?

Nella nostra uscita notturna con il Centro di Recupero della Fauna Selvatica de La Fagiana abbiamo sentito l’allocco (forse la specie più vocifera e forse la più bella da ascoltare e ricercare) e la civetta.

L’Allocco, facile da riconoscere per un canto che ricorda quasi un ululato (maschio), mentre la femmina ha un canto più stridulo e squillante. L’apice del canto si ha nel periodo di fine autunno e inverno ma a volte si sente anche tra maggio e luglio (noi siamo stati a inizio marzo).

(canti-uccelli.it)

La civetta è la più antropofila dei rapaci notturni, di notte si possono udire i suoi richiami durante tutto l’anno, soprattutto negli ambienti urbani dove si è ormai ben adattata a vivere. Canta praticamente tutto l’anno, anche se il picco delle attività vocali si registra tra febbraio e aprile e tra settembre e ottobre. È, infatti, il periodo in cui ci sono molti giovani alla ricerca di nuovi territori. Ha un canto stridulo e la sua variabilità è davvero elevata, se pensiamo che può arrivare ad avere fino a 40 note diverse.

Il Barbagianni invece lo si potrebbe osservare di notte in volo radente sui campi intento a procurarsi il cibo, oppure appollaiato sopra un segnale stradale a bordo carreggiata.

(JuzaPhoto)

L’Assiolo, unico rapace notturno migratore e nidificante, allieta le notti estive con il suo ritmico richiamo che lo contraddistingue. Essendo un migratore, arriva da noi all’inizio di aprile. È forse il richiamo il più insistente e facile da ascoltare. A settembre riparte per i quartieri di svernamento.

L’assiolo canta molto anche di giorno e non è da escludere che possa rispondere anche nelle ore diurne a qualche richiamo, anche se certamente con minor intensità.

Facile da identificare in virtù della sua brevità (monosillabico) e per la sonorità metallica, il canto dell’assiolo ha ispirato diversi poeti. Famosa la poesia di Pascoli, Chiù, ma anche Pasolini e Pirandello gli dedicarono dei versi poetici

(JuzaPhoto)

Il gufo comune, forse il rapace più conosciuto ma è una specie molto elusiva e canta davvero poco.

La sua attività è più intensa nel periodo pre-nuziale tra gennaio e marzo. Da aprile fino a luglio, sia nelle aree di campagna, sia in città è facile ascoltare i giovani che emettono lunghi e prolungati fischi richiamando i genitori per il cibo.

(WeBly)

I rapaci giocano un ruolo fondamentale negli ecosistemi terrestri, tenendo a bada le popolazioni di prede di cui si nutrono come roditori e insetti, e ripulendo ambienti anche impervi dalle carcasse di ungulati selvatici e fauna domestica.

Nonostante ciò, la persecuzione umana ed il generale cambiamento del territorio hanno messo in serio pericolo molte popolazioni, arrivando perfino alla scomparsa di alcune specie all’inizio del XX secolo.

Quindi per concludere qual’è il talento dei rapaci notturni? Vediamolo nel video…

Questo articolo ha un commento

  1. Laura

    Molto bello!
    Articolo molto colorato molto dettagliato

Lascia un commento