Una quotidianità vorticosa e frenetica quella che viviamo, dove la tecnologia ha azzerato tempi e distanze, ma per fortuna non riesce a intaccare i ricordi personali, che serbiamo stretti dentro di noi. Un rifugio granitico il nostro passato, nel quale capita sovente di rintanarsi; un percorso analogo lo compie la scrittrice novarese Susanna Pezzolato Fabris, autrice de LA CASCINA DEI RICORDI, recentemente uscito e pubblicato da Echos Edizioni. Un libro, a quanto ci spiega la stessa Susanna, che nasce dai racconti del co-autore Sergio Maderna, il quale, dopo essersi gustato TRENTAQUATTRO EMOZIONI, precedente e premiata opera letteraria della scrittrice medesima, le ha chiesto se poteva sbocciare una collaborazione fra loro due. Ottenuta l’agognata risposta affermativa, sono partiti con un abbozzo di stesura del testo, imperniato sull’infanzia alla cascina Zanetti di Sergio bambino, durante tragico il periodo bellico, eppur costellata di favolose figure d’antan, come le allegre mondine canterine, il cercatore di talpe e le trappole occultate nei campi, o l’arrotino che si palesava in campagna per affilare roncole, forbici e rasoi; personaggi da consegnare alla leggenda, immagazzinati nella mente del Maderna, oggigiorno stimato pittore naif.

Nel corso del secondo conflitto mondiale, cinque famiglie dimorano in un casolare agreste del Novarese, isolate dal contesto circostante, e legate fra loro da rispetto e da un imprescindibile senso di mutua assistenza reciproca. Nei fotogrammi della memoria focalizzati dal protagonista, non distanti da quelli cinematografici di NOVECENTO, per la regia di Bernardo Bertolucci, o L’ALBERO DEGLI ZOCCOLI, diretto da Ermanno Olmi, troviamo i mungitori Italo e Pep, con il secondo che s’addormenta mentre lavora, oppure il cavallante Pierino e quindi la Rosina, che preparava una gustosa minestra di riso. Poi scorgiamo gli avvenimenti più intimi vissuti da Sergio, particolarmente legato a nonna Teresa; il passaggio del treno, mai visto fino ad allora, la poesia recitata al Vescovo, giunto in loco per dispensare il sacramento della Cresima, il primo giorno di scuola, i ciclici rigori invernali ma anche un Natale sereno, cosparso di semplicità e affetti sinceri. Quale cornice storica, la tragica follia della guerra, oppure i partigiani arrivati di soppiatto in cascina, e il terrore di rappresaglie ordite da nazisti e repubblichini, tutte istantanee di un mondo inghiottito dalla macchina del tempo. Per concludere un estratto, che si può trovare sulla copertina: “La radio di mio padre era l’unico contatto che avevamo con il resto del mondo, e le poche notizie che trasmetteva non erano per nulla confortanti. Mia madre e mia nonna piangevano in continuazione, eravamo soli, isolati e disperati“.

Un messaggio pacifista, che estrapoliamo da LA CASCINA DEI RICORDI, scritto da Susanna Pezzolato Fabris e Sergio Maderna, che vi invitiamo a contattare sui canali social, per chi volesse saperne di più.

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