Secondo l’Agenzia Europea dell’Ambiente, il settore dei trasporti è responsabile di circa un quarto delle emissioni totali di CO2 in Europa, ed il 71,7% di esse è prodotto dal trasporto su gomma.
Proprio per questo l’Unione Europea ha posto come obiettivo, entro il 2050, una riduzione del 90% delle emissioni di CO2 dovute ai trasporti rispetto ai livelli del 1990. Questo permetterebbe, infatti, di ridurre le emissioni di CO2 e raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, come previsto dagli obiettivi del Green Deal europeo. Un obiettivo così ambizioso, però, non è facile da raggiungere considerando che, negli ultimi tre decenni, l’unico settore a vedere un aumento delle emissioni di gas serra, è stato proprio quello dei trasporti (con un aumento del 33,5% dal 1990).
Sono due i modi con cui si possono ridurre le emissioni di CO2 delle auto: il primo è rendere i veicoli più efficienti, il secondo è cambiare il tipo di alimentazione delle autovetture.
Ecco perché, governi e case automobilistiche stanno promuovendo i veicoli elettrici come tecnologia chiave per ridurre il consumo di petrolio e combattere il cambiamento climatico. In conseguenza di ciò, le vendite di veicoli elettrici sono aumentate continuamente dal 2017 e sono addirittura triplicate nel 2020. Inoltre, l’UE ha proposto un divieto alla vendita di nuove auto a benzina e diesel a partire dal 2035.
In questa situazione, dove le auto elettriche sono ormai diffuse e lo saranno sempre di più, è lecito domandarsi se è vero che le auto elettriche siano davvero green. Proviamo qui a fare qualche considerazione.
La differenza fondamentale tra le auto a combustione interna e le auto elettriche risiede nella tipologia di alimentazione e quindi nella modalità trasformazione di energia. Mentre nelle auto tradizionali avviene una combustione che rilascia CO2, nelle auto elettriche non si ha nessuna diretta emissione di CO2. I motori a propulsione elettrica, inoltre, hanno complessivamente una maggiore efficienza energetica rispetto ai motori a combustione interna.
L’impatto ambientale delle auto elettriche, però, dipende fortemente anche da come l’elettricità viene prodotta. Quindi, è fondamentale valutare come si produce l’energia che serve alla ricarica. Se tale elettricità provenisse solo dalla combustione di combustibili fossili, le emissioni di CO2 sarebbero solo spostate ad un’altra fase. Al contrario, se l’energia fosse generata da fonti rinnovabili non si avrebbe emissione di CO2 (in fase di utilizzo). Tenendo conto del mix energetico medio europeo, le auto elettriche hanno emissioni di CO2 fino al 55% inferiori rispetto alle auto a benzina e fino al 47% inferiori rispetto alle auto diesel. Con un aumento della percentuale di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili, le riduzioni delle emissioni potrebbero arrivare fino al 80%.
A questo punto, sorge spontanea una domanda: in uno scenario in cui l’energia è prodotta al 100% da fonti rinnovabili: le auto elettriche avrebbero emissioni zero? La risposta è no.
L’impatto ambientale delle auto dipende, anche, da come esse sono fabbricate. Le emissioni di CO2 prodotte da un’auto includono non solo la CO2 prodotta durante il suo utilizzo, ma anche le emissioni causate dalla sua produzione e dal suo smaltimento.
Sebbene il processo di fabbricazione delle auto elettriche sia analogo a quello delle auto endotermiche, i passaggi legati alla fabbricazione delle batterie generano un incremento di emissioni delle auto elettriche. Ciò rende le fasi di produzione e smaltimento di un’auto elettrica meno green di quelle delle auto a combustione interna. Le batterie, infatti, per essere realizzate necessitano l’estrazione di materie prime quali litio, nichel, cobalto e grafite. Si calcola che produrre una batteria da 80 kWh per un’auto elettrica causi l’emissione di circa 8-10 tonCO2. Questo dato tiene conto anche dell’energia impiegata per l’estrazione e la raffinazione dei materiali. Con l’incremento delle energie rinnovabili, questo valore è ovviamente destinato a diminuire. Si noti, però, che l’impatto legato alla produzione delle batterie viene generalmente compensato in circa 6-18 mesi di guida in modalità elettrica.
Quindi, le auto elettriche, fin qui, continuano ancora un’alternativa più ecologica rispetto alle auto convenzionali.
Se consideriamo l’impronta ecologica di tutto il ciclo di vita dei veicoli però dobbiamo includere l’impatto anche dei processi di demolizione, di smaltimento e riciclo dei componenti. Come sono gestite le batterie agli ioni di litio quando non sono più utili per le auto elettriche? Inizialmente, complice la scarsità di vetture elettriche in circolazione, il processo di smaltimento non rappresentava una valida opportunità. Ora, con la forte crescita del settore e l’aumento delle vetture elettriche, ci sono stati importanti sviluppi in proposito. Inoltre, nel corso dei prossimi anni, certamente la situazione migliorerà rendendo lo smaltimento delle batterie una soluzione interessante.
Nel frattempo, c’è la possibilità di riutilizzare le batterie non più conformi allo standard delle auto elettriche dando loro una seconda vita. Come forse saprete, le batterie delle auto elettriche sono soggette a continui cicli di carica-scarica che, sul lungo periodo, riducono la capacità di ricarica rendendole inadatte ai veicoli. Ma è possibile riutilizzare queste batterie per applicazioni di diverso genere, ad esempio per sistemi di stoccaggio elettrico stazionario. Con questa strategia, è possibile, quindi, ridurre l’impatto ambientale legato alla produzione delle batterie, ammortizzando le emissioni di CO2 su un periodo di tempo maggiore.
Riassumendo, la produzione e lo smaltimento di un’auto elettrica sono meno green degli analoghi processi delle auto con motore a combustione interna ma è stato calcolato che, considerando l’intero ciclo di vita, un’auto elettrica impatta, in termini di emissioni di CO2, circa il 30% in meno degli altri mezzi.
In conclusione, quindi, le auto elettriche non sono, attualmente, a zero emissioni. Tuttavia, rappresentano una alternativa vantaggiosa per ridurre l’impatto ambientale e promuovere una mobilità più sostenibile. Inoltre, l’elettrificazione del trasporto su strada non è la panacea a tutti i mali, ma deve essere accompagnata da una serie di misure adeguate per renderla davvero sostenibile. Si tratta, in definitiva, di accelerare la transizione energetica investendo nelle rinnovabili, facendo sì che i veicoli durino più a lungo e recuperando i metalli delle batterie.
Chiara Busto