Mauro Pescio torna a casa. Romano di adozione, ma cresciuto in provincia di Novara, si diploma presso la scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano e lavora come attore sia di teatro che di cinema, regista, drammaturgo e produttore. Questa sera, 12 aprile, alle ore 18:30 sarà il protagonista del terzo incontro della rassegna letteraria “Che Storia”, organizzata da nòva insieme al Circolo dei lettori di Novara, presso lo spazio nòva in Viale Ferrucci 2. Per iscriversi qui. Al centro del palco il suo libro “Io Ero Il Milanese”, la storia di Lorenzo S. già raccontata nel podcast omonimo.
“In questo libro, perciò, è raccontata «la vita di un uomo che ha fatto tante scelte sbagliate», un uomo che ha toccato il fondo, ma che, grazie al confronto con gli altri, è riuscito a rinascere. Una storia intensa, profondamente umana, che insegna come non debbano mai venire meno la fiducia e la speranza. E, soprattutto, l’importanza di offrire sempre un’altra possibilità.” come si legge dalla quarta di copertina. Prosegue: “Lorenzo ha solo dieci giorni quando per la prima volta entra in carcere. Gli dicono che suo padre lavora lì come elettricista. La verità la scopre nell’estate fra i sette e gli otto anni: suo padre è stato un rapinatore ed è nel carcere di San Vittore per scontare la sua pena. Lorenzo non riesce ad accettarlo, si isola dai coetanei, fino a che suo padre non esce di prigione e decide di riportare la famiglia a Catania. A Librino Lorenzo conosce i nonni, il fratello Giovanni, la futura compagna Teresa, ma soprattutto si rende conto che in quel quartiere il passato di suo padre non è qualcosa di cui vergognarsi, ma un motivo di vanto. Qui impara le regole del mondo della strada. Qui inizia la sua carriera criminale. Ha solo dodici anni quando compie il primo furto, quattordici quando mette insieme una «batteria» per commettere una rapina e neppure quindici quando viene arrestato e condannato. Mentre il padre spera che quei ventidue mesi di prigione possano redimerlo, gli unici errori su cui Lorenzo riflette sono quelli commessi durante la rapina. Nella violenza del carcere minorile, tra regolazioni di conti e soprusi, si rafforza la convinzione che solo questo vuole fare nella vita: il rapinatore. Come suo padre, anzi, meglio di suo padre. Da allora Lorenzo vive da fuorilegge, alternando l’adrenalina della rapina, fughe rocambolesche, ristoranti e negozi di lusso con lunghi periodi in carcere, fino a ricevere una condanna a 57 anni. Ed è proprio quando inizia a rassegnarsi a passare il resto della sua vita in cella che, grazie a una serie di incontri speciali, dentro di lui qualcosa cambia. In un caldo giorno estivo, Lorenzo esce dal carcere come un uomo nuovo e diventa una risorsa per la società. Pochi giorni dopo la scarcerazione incontra Mauro Pescio e gli affida la sua storia.”
Federica Aileen Mangano