Ormai è ufficialmente partito il countdown a cinque cerchi, in vista delle XXXIII Olimpiadi dell’era moderna, di scena a Parigi, a cavallo fra il luglio e l’agosto 2024. In questo momento non siamo in grado di sapere se gareggeranno atleti del nostro territorio, ragion per cui giochiamo un pò con la memoria, che ci riporta dritti al mitico e tondissimo 2000, laggiù nella distantissima e affascinante Australia, e più precisamente a Sydney.
Un’edizione contrassegnata da diverse imprese epiche, all’interno delle varie discipline in programma, fra cui ovviamente la doppietta aurea nei 100 e nei 200 metri rana, centrata dal nuotatore trecatese Domenico Fioravanti: un’accoppiata strabiliante e fin lì mai ottenuta da nessuno, in quella singola specialità. Indescrivibili la gioia e il senso di appartenenza che cinsero Trecate e i comuni adiacenti, nel gustarsi per ben due volte un concittadino sul gradino più alto del podio, con l’oro al collo, mentre risuonava l’inno di Mameli. La nostra città sulle prime pagine per meriti sportivi, una sorta di “riscatto morale” rispetto a quando ci finì … per colpa del petrolio, riferendoci alla fuoriuscita di greggio dal pozzo TR24, che nel febbraio 1994 investì per qualche giorno una vasta porzione territoriale.
Un duplice oro per sancire l’ingresso di Fioravanti nel pantheon dei miti, alla stregua di Pietro Mennea, Sara Simeoni, Nino Benvenuti, Alberto Tomba, i fratelli Abbagnale, Valentina Vezzali e molti altri sportivi italiani, benchè a quei momenti di gloria indelebile ne seguirono altri amarognoli, dovuti soprattutto a problematiche fisiche, che lo condussero a un repentino ritiro dalle scene agonistiche. Attimi folgoranti e meravigliosi, se vogliamo come il Paolo Rossi ai fantastici Mondiali calcistici di Spagna, nel 1982, ma dalla durata quasi fulminea, pur nella consapevolezza che (bi)campione olimpico non si rimane per un biennio o un quadriennio, come nelle competizioni iridate e/o continentali: lo si è per l’eternità.