Musica, territorio e sperimentazione: il jazz e le sue molteplici declinazioni ancora una volta
si sono resi protagonisti, tra le architetture della città e le atmosfere del paesaggio novarese

Si è conclusa con grande partecipazione la ventiduesima edizione del NovaraJazz Festival,
che dal 30 maggio all’8 giugno ha animato il territorio e la città con un programma diffuso tra
concerti, degustazioni, laboratori, arte e performance, confermando la vocazione internazionale e
interdisciplinare della rassegna.


Un’edizione che, come da tradizione, si è articolata in due weekend, costruendo ponti tra
generazioni, stili e paesaggi: dai luoghi antonelliani immersi nella natura ai cortili, alle chiese e agli
spazi simbolo del centro storico. In scena, nomi affermati della scena internazionale accanto a
giovani talenti, con un focus speciale sul panorama nordeuropeo e numerosi progetti innovativi
targati WeStart – Centro di Produzione del Piemonte Orientale, realtà nata tre anni fa in
connessione con NovaraJazz e NU Arts & Community.


Il primo weekend (30 maggio – 1 giugno) ha proposto un percorso musicale e artistico che ha
guidato il pubblico sulle tracce di Alessandro Antonelli, da Carpignano Sesia a Maggiora, da Villa
Picchetta al Castello di Cavagliano, passando per Oleggio. Tra gli artisti protagonisti: George
Dumitriu, il trio Futuro Ancestrale, i Raw Fish, il duo Simoni:Teolis e il progetto Pietre di Alessandro
Fongaro.


Il secondo weekend ha riportato il festival nel cuore della città con una ricca serie di appuntamenti.
Dai concerti della Supersonic Orchestra di Gard Nilssen ai recital pianistici di Tania Giannouli, Aki
Takase e Alexander von Schlippenbach (Chiave d’Oro 2025), fino ai set solisti di Ståle Storløkken,
Kjetil Møster e Silvia Bolognesi. Tra i momenti più intimi e suggestivi, il risveglio musicale con
Simona Severini nel cortile della Biscotteria Camporelli.
Ampio spazio è stato riservato alle nuove produzioni sostenute da WeStart: i GoGoDucks, il duo TSCP
– TooSeriouslyCommittedPeople, il Collettivo Immaginario, le esplorazioni improvvisative di
Johansson/Kvåle/Håker Flaten/Hulbækmo e le contaminazioni jazz-rock dei Lord Kelvin.
La città ha ballato con l’energia contagiosa della Bandakadabra, che ha animato le vie del centro fino
al cuore pulsante del Broletto, dove post concerti sul stage, i dj set di Alex De Ponti e Andrea
Passenger hanno traghettato il pubblico fino alla notte del festival.
Giorno dopo giorno, sorprese e momenti indimenticabili sul main stage, come il tributo di Francesco
Bearzatti alla storia del rock Post Atomic Zep, arrivando alla serata conclusiva, che ha visto il pubblico
accalcarsi sotto il palco per cantare e vivere ogni istante con Davide Shorty e la sua band, in una
chiusura carica di ritmo, voce e condivisione.

NJF racconta la musica non solo sul palco, ma anche attraverso la ormai tradizionale mostra
fotografica che quest’anno ha reso omaggio a Luigi Zanon, con On the road, una selezione di scatti a
cura di Luciano Rossetti e parte di un archivio di recente acquisizione da parte di Rest-Art, che si
occuperà del recupero e valorizzazione di un vero e proprio patrimonio storico di fotografie e
memorie che hanno immortalato i più grandi della storia del jazz; la mostra, realizzata con il supporto
di Fondazione Comunità Novarese e Corniceria del Valentino, rimarrà aperta fino al 13 giugno alla
Sala dell’Accademia di Novara, data durante il quale alle 18:30 si svolgerà l’evento di finissage con un
live solo di Roberto Maria Zorzi.


Anche per questa edizione, inoltre, si sono consolidate importanti collaborazioni, tra cui quella con il
Circolo dei Lettori, che ha proposto un ciclo di incontri curato da Stefano Zenni sul jazz come
crocevia di arte e storia, culminati con l’intervento inaugurale di Marcello Lorrai dedicato alla scena
olandese. Così come quella con la Scuola di Musica Dedalo, presente con la Dedalo Big Band Jazz
Lab e momenti di jam session che hanno raccontato il talento e la passione di un’intera comunità
musicale, una comunità che abbraccia tutto il nord Italia con i suoi Conservatori e i loro talenti
emergenti impegnati nel NJF Street Jazz.


Il riscontro del pubblico – con location sempre gremite – conferma la forza di una formula ormai
consolidata, che da 22 anni fa di NovaraJazz un appuntamento imprescindibile dell’estate
piemontese. Un festival capace di coniugare musica, visioni e territori, impreziosito da eccellenze
enogastronomiche che raccontano, attraverso il gusto, l’unicità di Novara e dei suoi paesi.

Foto Silvia Bolognesi – Credit Emanuele Meschini 

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