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Sarebbero dovuti iniziare nel 2023 i lavori per il maxi impianto agrifotovoltaico che il colosso Ellomay Solar Italy Seven, finanziato da un fondo israeliano, intende avviare nell’area a cavallo tra Biella e Vercelli, compresa tra i comuni di Roasio e Masserano. Ma i lavori sono ancora fermi.
Il progetto prevede un nuovo impianto agri-voltaico di potenza 56,28 MWp in località Martinella, comune di Masserano. A proporlo, come detto, la Ellomay Solar Italy Seven. L’impianto fotovoltaico sarà realizzato con 96.200 moduli in silicio monocristallino e inverter centralizzati. Il progetto prevede la suddivisione dell’impianto fotovoltaico in più campi ciascuno dei quali dotato di cabine di trasformazione ed inverter (20 in totale). I pannelli saranno montati su tracker mono-assiali singoli da 12, 24 e 56 pannelli, posti ad interasse di 8 metri.
Il campo si estenderà su una superficie di circa 59 ettari e prevede di integrare i pannelli all’attività di coltivazione e l’allevamento. Il progetto prevede, infatti, di realizzare serre e animali “all’ombra” del fotovoltaico: si tratterebbe di avviare iniziative agricole, come l’allevamento di pecore, la coltivazione di frutti rossi o di piante mellifere per l’apicoltura.
L’impianto avrà un impatto ambientale positivo in quanto prevede una produzione di elettricità di oltre 87000 MWh/anno corrispondente al fabbisogno di energia annua di oltre 29000 famiglie (4 persone con consumo medio annuo di 3.000 kWh). Tale produzione sarà a zero emissioni di CO2 ed anzi permetterà di evitate, mediamente, oltre 108.000 tonnCO2 l’anno.
L’area di impianto è dislocata a ridosso della Strada Provinciale 317. Il lotto è di forma regolare, ha una struttura a risaia ed ha al suo interno un fabbricato ad uso agricolo. È prevista la connessione in Comune di Villarboit presso una Sottostazione elettrica Terna che dovrà essere realizzata. Le opere di connessione interesseranno i Comuni di Villarboit, San Giacomo Vercellese, Rovasenda, Brusnengo, Arborio e Masserano
A rallentare il tutto è proprio la realizzazione della stazione Terna di Villarboit, dove convergeranno i 56,28 MW ottenuti grazie a moduli in silicio monocristallino e inverter centralizzati.
Quello di Masserano, non è l’unico maxi-impianto biellese che attende di poter partire. Un altro a Salussola, ancora più grande, progettato dallo studio di Riccardo Valz Gris, specializzato in progetti agri-fotovoltaici, attende ancora il via libera da parte del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. Nonostante la valutazione di impatto ambientale sia stata spedita al ministero un anno fa, non procede e ci sono dei forti ritardi.
Quello dell’autorizzazione statale è, infatti, un vero e proprio imbuto. Al contrario si procede più speditamente a livello regionale o provinciale. Infatti, con le norme attuali si può procedere con le autorizzazioni locali fino ai 25 MW. Anche per questo a Masserano c’è in programma un altro impianto da 10 MW che quest’anno è in screening in Provincia.
L’impianto di Salussola è denominato Madama Live, poiché andrebbe a inglobare la cascina che porta quel nome. Tale impianto ha dimensioni decisamente maggiori, con una potenza di 47,36 MW e connessione alla sottostazione Terna di Carisio. Sorgerà nella zona di frazione Arro, e impegnerà 76 ettari di terreno potenzialmente risicolo ora però non coltivato. È questa la questione che solleva polemiche. A prendere posizione è Coldiretti, che segnala il problema del suolo sottratto all’agricoltura per gli impianti. L’associazione di categoria sostiene, infatti, che gli impianti dovrebbero trovare posto soprattutto sui tetti di case e capannoni.
Anche Legambiente Biella già in passato, aveva espresso perplessità per (altri) due progetti di maxi-impianti nel Cossatese previsti su terreni agricoli. Si tratta di due impianti tradizionali con pannelli a inseguimento coassiale proposti dalla ditta REn Solar di Genova. Sono l’impianto denominato Fattoria Solare Roggia Bardesa a Roasio di 14 ettari con potenza nominale 11 MWp e di quello denominato Fattoria Solare Principe a Masserano di 35 ettari con potenza nominale di 32 MWp. Nessun dispositivo ad accumulo è stato previsto. L’allaccio principale alla rete è previsto con cavidotto interrato a Brusnengo.
Altri impianti, di minori dimensioni, sono stati proposti a Mottalciata, Quaregna, Mongrando. Poco fuori provincia ci sono poi due mega proposte a Balocco (circa 80 ettari) ed a Alce Castello (circa 25 ettari).
Ma quali sono le preoccupazioni sollevaste da Legambiente di Biella?
L’associazione teme il severo accerchiamento delle aree protette del parco della Baraggia. Nel caso di Masserano una porzione di parco rimarrebbe chiusa ad Est ed a Ovest dalle fattorie solari, a Nord dalla futura Pedemontana. Inoltre è denuncia la perdita dell’uso agronomico di terreni di elevata estensione. Denuncia il fatto che, in breve tempo, sono state depositate molte proposte per impianti fotovoltaici senza aver definito preliminarmente, a livello territoriale, una adeguata pianificazione e senza aver condotto le valutazioni ambientali strategiche né a livello provinciale né comunale. Legambiente è preoccupata dalla corsa all’accaparramento di terreni agricoli che si sta verificando. Si tratta di un fenomeno generato dal sistema degli incentivi non calibrati che premia, maggiormente e prioritariamente, il fotovoltaico su coperture o terreni meno produttivi o l’agri-voltaico
Sembrano più accettabili, invece, i micro- impianti che portano, tra l’altro, maggiori benefici ai Comuni. Nel Biellese, rappresentano soluzioni alternative valide. Ad esempio, all’aeroporto di Cerrione, la multinazionale BayWa, in accordo con Air Vergiate, ha realizzato un parco fotovoltaico da 6,4 MWp trovando un accordo con il comune che, in cambio, ha avuto un proprio impianto da 10 KW sul tetto del municipio, una colonnina di ricarica veloce per auto elettriche, oltre a 46000 € di compensazione e l’1,5% sui ricavi. Allo stesso modo, l’impianto della Coca-Cola di Gaglianico ha realizzato pannelli fotovoltaici su tutti i tetti dei capannoni ed è così riuscita a conquistare una sua autonomia energetica.
Chiara Busto