Dato che ci siamo accomodati sulla giostra della memoria, raccontiamo di quando Trecate rappresentava davvero un polo d’attrazione, in relazione a manifestazioni d’interesse collettivo e sociale. Il clou delle celebrazioni gravitava attorno alle Patronali di fine agosto, con ricchissimo programma religioso e ovviamente ludico, fra giostre, fuochi d’artificio, banco di beneficienza, esibizioni, mostre ed esposizioni; a proposito del San Clemente, rammento una gara di modellini di Formula 1, radiocomandati e alimentati a benzina, sull’ovale ancora grezzo delle scuole medie. Sarà stato il 1984 o ’85, e ricordo ancora la passione e l’aggressività dei concorrenti, con in mano quei comandi a distanza, incluse le parolacce quando sbagliavano traiettoria. Restando in ambito automobilistico, nella primavera di qualche anno più tardi (87/88), andò in scena un raduno di vetture da gara, con passaggio in accelerata nello spiazzo accanto al campo sportivo, partendo dalla chiesetta di San Cassiano: asfalto umido e qualche problema di tenuta.

Nel fervore delle associazioni s’organizzava parecchio altro, avendo quale risposta una vastissima adesione popolare; i partiti politici di massa e tradizionali, la Dc, il Pci e il Psi, approntavano le rispettive feste, dell’Amicizia, dell’Unità e dell’Avanti, fra stand gastronomici, serate danzanti e qualche intervento al microfono, delle personalità invitate. Appuntamenti trasversali, che prescindevano dalla collocazione ideologica, come del resto la parrocchia ci stupiva con … effetti speciali; penso fosse l’Epifania del ’75, o al massimo ’76, ma ero talmente piccolo che perdonerete questo dubbio, quando venne realizzato un autentico Presepe vivente, con la mangiatoia sotto i portici di piazza Cavour, decine e decine di figuranti e il Gesù Bambino in ceramica. Iniziative che incentivavano pure una sana competizione, come i carri allegorici di Carnevale dei singoli quartieri, una tradizione rispettata anche oggi, e sublimata da Re Bartula e dalla Regina Ghita, come purtroppo rammento i manganelli e le schiume da barba; va detto, che le celebrazioni carnevalesche non le ho mai apprezzate.

Rimanendo in zona oratorio maschile, che incarnava l’epicentro di coriandoli e petardi, non possiamo dimenticare una gara canora all’adiacente Silvio Pellico (foto). Qui la macchina del tempo ci conduce dritto a metà anni 80, quando venne inscenata una competizione fra cantanti dilettanti, che causò anche delle polemiche in pieno stile festivaliero, ovvero la discrepanza fra il responso della giuria e quello del pubblico; s’aggiudicò la kermesse il brano “Massaggiatrice“, cantato da un gruppo (credo?), mentre la gente apprezzò la cover di “Tanta voglia di lei“, un classicissimo dei Pooh, portato sul palco dai cosiddetti “Nuovi Pooh“, che entusiasmarono la platea. Una competizione che ebbe qualche sparuto seguito, ma di minor richiamo rispetto all’edizione pilota; in tutta onestà, il Pellico ha ospitato molti spettacoli anche in anni più prossimi a noi, con al centro nomi di un certo calibro, della canzone e del teatro. A mio modesto parere, il culmine lo si raggiunse nei primi anni 90, con Gianfranco D’Angelo e in pieno clima Tangentopoli; fra battute e riferimenti politici, un one-man-show al fulmicotone, che strappò risate e applausi ai convenuti. Uscendo dal cineteatro, a sinistra, ci s’imbatte nella via del mercato del mercoledì, ma di questo parleremo in una prossima occasione.

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