Anno nuovo, nuovo film al Cineteatro Silvio Pellico di Trecate con il Cineforum in questa stagione intitolato: IL CORAGGIO DELLA SCELTA.
As Bestas , La terra della discordia- è un film dello spagnolo Rodrigo Sorogoyen, regista nato nel 1981 in Spagna, già assegnatario di diversi riconoscimenti per i suoi precedenti lavori e considerato uno dei più impegnati in Europa.
Nel film As Bestas , le prime immagini scuotono lo spettatore in quanto mostrano al rallentatore, la lotta di due uomini con un cavallo imbizzarrito. Il cavallo è forte , ma gli uomini si avventano su di lui sino al soffocamento della bestia, con una violenza tale che di umano non ha nulla.
Il regista prosegue la storia lasciando intendere i luoghi ed i personaggi che lui ha tratto da un fatto vero accaduto nel 2010 in un villaggio spagnolo sperduto tra boschi dell’entroterra della Galizia.
Siamo a Santoalla, piccola frazione composta da poche case perlopiù abbandonate con pochissimi abitanti per i quali il progresso non è mai arrivato. E’ ,qui che una coppia di francesi che ha viaggiato molto, con una buona cultura decide di stabilirsi per sfuggire ai danni che il progresso ha causato con l’inquinamento, il nucleare, il cibo malsano.che alleva bestiame per vivere.
I due acquistano casa e del terreno, coltivano ortaggi biologici che vendono ai vicini mercatini e si dedicano a riparare case abbandonate nella speranza di attirare nuovi abitanti con cui convivere pacificamente a contatto con la natura.
La loro fattoria confina con una famiglia spagnola del luogo che alleva bestiame per vivere, composta da due fratelli e una madre anziana.
I due fratelli, l’uno succube dell’altro, non capiscono la scelta del loro nuovo vicino: troppo erudito, troppo ecologista, troppo disinteressato al denaro, insomma… troppo tutto.
L’unico posto di ritrovo della piccola comunità è l’osteria dove tra un bicchiere e l’altro i due fratelli scherniscono il “francesino” (così lo chiamano) aizzando gli anziani del gruppo e insistendo nel sottolineare le “diversita’ “ per loro assolutamente incomprensibili anche quando il francese cerca di spiegare le motivazioni delle sue scelte ma invano.
Dallo sfottò i due fratelli passano a veri e propri atti vandalici quando una società energetica vuole utilizzare il loro territorio per installare pale eoliche, riconoscendo del denaro ai proprietari e il “francesino” si oppone , coerente con la sua intenzione di vedere lo sviluppo di quel territorio non con pale eoliche ma ripopolato da famiglie interessate a vivere in simbiosi con la natura. I due fratelli, al contrario, vedono un’occasione perduta per cambiare vita, per abbandonare quei luoghi desolati dove, dicono, non sono riusciti neppure a trovare moglie.
Le angherie proseguono sino all’estremo, (con l’uccisione del francese) per paura, per incapacità di mettersi in ascolto dello “straniero”, di cogliere il buono, di accettarlo, per avidità. Lui è l’ostacolo principale e causa di tutti i loro fallimenti, incapaci di evolversi autonomamente, attraverso la conoscenza, la cultura , il rispetto dell’altro anche se diverso. Come bestie appunto.
Negli accadimenti le due donne, a moglie del francese e la madre dei due fratelli, rimangono sullo sfondo forse perché, secondo lo stereotipo, non considerate capaci di incidere nella storia.
Significativa invece la figura della figlia dei due francesi rimasta a condurre la sua vita in città che, alla morte del padre , per paura, vorrebbe che la madre abbandonasse quella terra per lei ostile, faticosa. Vorrebbe metterla in sicurezza portandola a casa sua. La donna si rifiuta, e ricorda alla figlia che mai è intervenuta nelle sue scelte giuste o sbagliate.
Solo l’amore fra le due e l’amore che legava i suoi genitori farà capire alla figlia la scelta della madre di rimanere per continuare il percorso iniziato con il marito.
Estremo il racconto, è vero, ma non stiamo andando in questa direzione?
E. Amendolara