Nell’immediato dopo cena di giovedì 23 febbraio, presso la taverna del locale In Villa, ebbi modo di presenziare all’incontro mensile del Gruppo di lettura trecatese; una quindicina i partecipanti sistemati in circolo, e subito intenti a inquadrare gli appuntamenti futuri. In cartellone le presentazioni dei romanzi di due distinti autori: il calabrese Giuseppe Nicolò con La danzatrice, e quindi La verità sul caso Hansel e Gretel del novarese Alessandro Barbaglia, già in calendario per il 23 marzo, nella medesima location.
Formalizzato ciò, in un clima disteso si aprirono le recensioni verbali di quanto letto a casa; il primo riguardava Sono mancato all’affetto dei miei cari, pubblicato nel 2022 da Andrea Vitali, e ambientato nella laboriosa Lombardia degli anni Sessanta. Un contesto provinciale, con il lavoro e la famiglia quali assi portanti, costellato di personaggi d’estrazione e ambizioni piccolo borghesi, che però non riscosse unanimi consensi fra i convenuti, tanto che lo bollarono come un pò triste, amarognolo e stereotipato, pur riconoscendo all’autore delle indubbie capacità di osservatore scrupoloso e ironico della realtà.
A seguire un giallo elvetico dalle atmosfere cupe, irrazionale e fuori dai canoni come La promessa, scritto da Friedrich Durrenmatt nel 1958, e secondo i partecipanti fondamentalmente la storia di un’ossessione da leggere tutta d’un fiato, nobilitata dal sottotitolo anomalo: Requiem per il romanzo giallo. Un testo comunque realistico e attuale, a fronte appunto dell’ambientazione anni Cinquanta, teso alla ricerca di un colpevole ad hoc, da sbattere in prima pagina, formalizzando la fine del genere poliziesco; lodevoli i commenti dei presenti, con qualcuno che accostò la narrazione al famosissimo caso Tortora, o di altri macroscopici errori giudiziari.
A ruota La mossa del matto. L’Iliade di Bobby Fischer (2022), del succitato Barbaglia, all’insegna di un parallelismo fra attualità e antichità, nonchè incentrato sulla figura dell’ossessivo e geniale scacchista americano Bobby Fischer. Trasversale e diffusa l’antipatia dei convenuti nei confronti del campione, che raggiunse il proprio apice in un clima di Guerra Fredda, e dell’omologo ed epico Achille, in sinergia a giudizi non uniformi sul testo, considerato un pò troppo autobiografico e gravato di un non risolto rapporto con il padre. Fra gli ulteriori commenti, qualcuno contestò i troppi rimandi ai classici greci, pur nel generale giudizio di un testo originale e tutto sommato avvincente. Focalizzati i suddetti autori, i partecipanti snocciolarono una raffica di titoli per il prossimo incontro; la terna ufficiale la decideranno poi nel loro gruppo Whatsapp, mentre noi avremo modo di conoscerla giovedì 30 marzo, alle ore 21 (In Villa – Trecate)