Contrariamente a quanto si possa pensare, non ci stiamo riferendo a nessun volatile o animale in genere, bensì a un coro a cappella tutto al maschile, con sede a Cameri: il coro Scricciolo. Un’associazione canora dalle radici profonde, che ci apprestiamo a conoscere nel dettaglio, attraverso le parole del direttore.
Buongiorno maestro, si può presentare cortesemente?
Armando Travaini, 77 anni e ovviamente pensionato.
Sappiamo che il coro venne fondato nel 1980. Ci può raccontare in sintesi la storia dello Scricciolo?
I primi otto partecipanti e soci fondatori, fra i quali io, si trovarono il 3 aprile 1980 al circolo Margherita di Cameri, dove cominciò l’avventura. La motivazione d’inizio nacque in sinergia con la concomitante fondazione del Gruppo Alpini camerese, al fine d’aver un coro di canti alpini, benchè da subito il nostro venne inquadrato come coro eterogeneo e non specializzato.
Parliamo del vostro repertorio; quali generi preferite e quali sono i vostri cavalli di battaglia?
Siamo partiti come costola degli Alpini, come detto distinguendoci per la nostra indipendenza canora, pur mettendoci a completa disposizione di altre associazioni. La denominazione la decidemmo alcuni mesi dopo l’avvio, per mettere in risalto le nostre primarie caratteristiche, ossia semplicità e umiltà, come lo scricciolo. In seguito abbiamo inserito nel repertorio canti popolari, legati soprattutto alle osterie dell’epoca, pur arrivando ad esibirci anche negli spiritual; i nostri cavalli di battaglia sono appunto i brani popolari ormai in disuso, che ci permettono anche di tracciare riferimenti storici ai quali siamo legati, relativi in genere al periodo fra le due guerre mondiali. Vicende di muratori e operai che andavano a lavorare nel torinese, esportando i nostri canti e portando qui quelli in voga nel Piemonte occidentale, per una mescolanza quasi sempre all’insegna del dialetto.
Un coro solo al maschile; una scelta o una necessità?
Va detto che i cori alpini sono tutti (o quasi) esclusivamente maschili, quindi anche le partiture sono predisposte per canti a cappella al maschile, anche se per necessità qualcuno ha inserito voci femminili. Ad onor del vero la risultanza appare un pò ibrida, all’insegna di mescolanze anomale secondo me, per cui noi terremo la nostra linea di formazione, almeno sino a quando riusciremo ad essere un numero sufficiente di coristi.
In genere le associazioni si lamentano della carenza di giovani, di mancato ricambio generazionale… E’ anche il vostro caso?
Sicuramente sì. Questo è un problema che riguarda tutti i cori della nostra tipologia, mentre quelli polifonici che eseguono spiritual, per esempio, sono in maggioranza composti da giovani. Bisogna oltremodo ammettere che eseguendo canti datati, questi sono nelle corde dei coristi di una certa età. A scompaginare i piani ci penso pure il Covid, che ci diede una bastonata pesante, con quattro amici morti e altri che si rirarono per svariati motivi, tanto che ora il componente più anziano sono io. Un ricambio generazionale arduo, con diverse formazioni dove il maestro è troppo vecchio, come l’ultranovantenne Bepi De Marzi del coro di Arzignano, a evidenziare lo stato di difficoltà generale nel nostro ambito. Una fortuna per noi è stata la nascita, un anno e mezzo fa, del coro alpino oleggese La Guandra, con scambio di alcuni elementi fra le due entità, per una sorta di sinergia artistica; attualmente la situazione è che alcuni si esibiscono stabilmente in entrambi i cori, avendo apprezzato l’aspetto umano e musicale dei gruppi. Tutto ciò rappresenta un momento vivo, potendo contare su una ventina di elementi, con i quali si può lavorare molto bene.
Progetti futuri, c’è qualche evento in cantiere?
Si ne abbiamo già preso in considerazione qualcuno, anche se spesso ci contattano all’ultimo momento, soprattutto in prossimità del Natale, dato che nel nostro repertorio abbiamo anche brani natalizi. Impegni che speriamo di onorare al meglio.
Si ritiene soddisfatto di quanto raccolto in questi anni?
Altamente soddisfatto, dato che i coristi mi seguono alla lettera, per cui invio un plauso a tutti quanti loro, per la passione che ci mettono.
Nel salutarla le lascio la parola, qualora ritenesse di aggiungere qualcosa…
Tornando ai canti popolari, mi affido al suggerimento del compianto Angelo Agazzani, direttore del coro Lagrange di Torino, nonchè maggior collezionista di brani piemontesi (circa cinquemila). Noi studiamo e realizziamo il singolo pezzo secondo la versione autoctona, pur sapendo di altra provenienza e l’interessante iter del canto medesimo, sia storico che musicologico. Nostro obiettivo è contribuire a far conoscere tutto ciò, affinchè non finisca nel dimenticatoio, oltre a cercare nuove voci per infoltire lo Scricciolo.
Una scintillante realtà locale lo Scricciolo camerese, all’insegna della tradizione ma non soltanto, e che vi invitiamo a seguire con interesse.
Il maestro Armando Travaini e il corista Pablo Barberis
Per cantare con noi non servono ne conoscenze musicali ne nozioni di canto: impariamo insieme a cantare con l’aiuto del nostro maestro. Le prove si svolgono ogni mercoledì, alle ore 21 presso la sede del gruppo Alpini di Cameri.
Dai canta con noi!
le prove del coro si tengono tutti i mercoledi alle ore 21, a cameri presso la sede del gruppo alpini. per cantare con noi non sono richieste ne conoscenze della musica ne nozioni di canto: assieme impariamo a cantare!