
Freccia Vallone 2025 : Again Tadej ! Pogacar trionfa solitario sul Muro di Huy ! di Federico La Capria
Ciney, Mercoledì 23 Aprile 2025. Dopo la Milano-Sanremo, il Giro delle Fiandre, la Parigi-Roubaix e l’Amstel Gold Race è l’ora di un’altra Grande Corsa di un giorno.
Si tratta della Fleche Wallonne 2025,giunta all’89 esima Edizione, seconda in ordine delle tre Classiche delle Ardenne, preceduta dall’Amstel Gold Race, disputata Domenica 20 Aprile 2025, e vinta dal danese Mattias Skjelmose, della Lidl Trek, e seguita dalla Liegi-Bastogne-Liegi, che si correrà Domenica 27 Aprile 2025.
Al via di Ciney ci sono tutte le migliori squadre del panorama ciclistico internazionale, con 174 corridori, pronti a sfidarsi lungo i 205,1 Km di un tracciato costellato di piccole ma ripide salite, le Cotes, reso ancora più duro e selettivo dalle condizioni climatiche. Alla partenza il cielo è plumbeo ed annuncia l’imminente pioggia, che caratterizzerà lo svolgimento della corsa.
Alle ore 11.40 i corridori iniziano la gara e già dopo 3 Km alcuni di loro cercano di uscire dal gruppo ed andare in fuga. Si costituisce un primo quintetto di uomini al comando : Simon Guglielmi, della Arkea B&B Hotels, Artem Shmidt, della Ineos Greandiers, Ceriel Desal, della Wagner Bazin WB, Tom Paquot, della Intermarchè – Wanty, e Siebe Deweirdt, del Team Flanders – Baloise. I cinque fuggitivi guadagnano subito terreno, portando il proprio vantaggio sui 2 minuti e 10 secondi, mentre, dopo circa 30 Km di strada, inizia a piovere leggermente.
Alle loro spalle le varie squadre si alternano, per cercare di limitare il ritardo,ma sono due corridori, Robert Stannard, della Bahrain – Victorius, e Tobias Foss, a riportarsi con un’azione decisa sui battistrada, dopo 70 Km di gara. I sette fuggitivi affrontano la Cote de Petite Sommes e dal gruppo inseguitore, distante poco più di un minuto, escono in avanscoperta Fredrik Dversners e Andreas Leknessund, della Uno –X Mobility,che, al Km 106, raggiungono gli uomini in testa, dai quali perde contatto Siebe Deweirdt.

Inizia così il circuito finale, che prevederà tre passaggi sul Muro di Huy.
Il vantaggio dei sette fuggitivi è di circa 1 minuto e 40 secondi. Vengono quindi affrontate, nell’ordine la Cote d’Ereffe, la Cote de Cherave ed il Muro di Huy. Dietro di loro la UAE Team Emirates XRG, di Tadej Pogacar, e la Soudal Quick-Step, di Remco Evenepoel, riducono il distacco.
La fuga, sotto la pioggia battente, perde sempre più elementi e davanti resistono solo i tre norvegesi, Dversnes,Leknessund e Foss, motivati a continuare il loro attacco.
Al secondo passaggio sul Muro di Huy il distacco dei tre battistrada è di soli 10 secondi e vengono ripresi all’inizio della Cote de Cherave. Jan Christen, della UAE Team Emirates XRG, forza il ritmo e viene seguito dal proprio capitano, Tadej Pogacar, che accelera in discesa, seguito da Remco Evenepoel, creando di fatto una frattura nel gruppo in testa, che si riduce ad una trentina di elementi.
A poco meno di 39 Km dal traguardo, in discesa, a causa dell’asfalto bagnato,cade uno dei favoriti per la vittoria, il danese Mattias Skjelmose, procurandosi una forte contusione al braccio, che lo costringerà al ritiro.
La corsa è sempre più avvincente ed entra ora nelle fasi decisive. Christen utilizza le ultime energie per aumentare l’andatura. Siamo ormai lungo l’ascesa finale, sul Muro di Huy, lungo 1.3 Km, con pendenza del 20%.
L’irlandese Ben Healy, della EF Education-Easy Post attacca a 500 metri dal traguardo, ma viene immediatamente raggiunto e superato da Pogacar, con un’azione imperiosa e potente, che crea il vuoto. Il Campione del Mondo guadagna sempre più vantaggio e giunge solo sul traguardo, a braccia alzate, dopo 4 ore 50 minuti e 15 secondi, conquistando con pieno merito la Freccia Vallone 2025. Alle sue spalle , a 10 secondi, giunge il francese Kevin Vauquelin, della Arkea B&B Hotels, seguito al terzo posto dal britannico Thomas Pidcock, della Q36.5.

Ancora una volta il “Cavaliere Solitario” ha compiuto una Grande Impresa, che resterà per sempre impressa nella Storia del Ciclismo.
Federico La Capria