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  • Ultima modifica dell'articolo:17/12/2024
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Come in altre occasioni su queste pagine, retrodatiamo il calendario di diversi lustri, e tuffiamoci negli anni 70/80, a parer mio un momento straordinario per Trecate e i suoi abitanti. Occupazione generalizzata e un’accettabile tranquillità sociale, nonostante la presenza di qualche soggetto non proprio raccomandabile, quali pilastri della nostra cittadina, o meglio paese, tanto all’epoca non si offendeva nessuno. Nel tempo libero la gente socializzava, e piazza Cavour (in foto) rappresentava lo zenit di tutto ciò, insieme ai suoi rinomati bar con annessi tavolini esterni, per la bella stagione, dove si poteveno degustare gli “spaghetti gelato” da Gigi, e la panna montata con cacao da Sassi, sebbene il mio primo caffè sia stato il Vittoria, all’angolo fra corso Roma e via Ferraris, detto anche da “Maspar”. In quel fumoso locale conobbi il technicolor, vedendo finalmente una partita di calcio a colori: Italia – Germania Ovest 0-0, durante i Mondiali d’Argentina ’78. Poco più avanti l’omonimo cinematografo di Bagnati, uno dei tre esistenti a Trecate (in foto il Pellico), dove negli ’80 ogni tanto si andava la domenica pomeriggio, all’epoca delle medie, e verso la fine del decennio allo spettacolo del sabato sera, quasi una sorta di conquista sociale. Rammento i clamorosi pienoni per assistere a Il marchese del Grillo, con Alberto Sordi, e per E.T. di Steven Spielberg, anche se spesso l’aspetto più accattivante riguardava le locandine, esposte durante la settimana, e accompagnate dalla dicitura … VM18.

Un senso di libertà ci pervadeva, fra giri in bicicletta e punti di raccordo, su tutti e come già rilevato il chiosco gelati di viale Cicogna, da cui eventualmente prendere il largo per altre destinazioni, come magari gustarsi una pizza. In quel decennio Ottanta sussisteva un dualismo anche filosofico fra Mare Blu e Caruso (Bella Napoli), leggendarie pizzerie del centro storico, la prima sita in via Matteotti e anche sede del Milan Club, e l’altra con l’affaccio sulla piazza principale; locali caserecci e senza troppi fronzoli, ma dove si respirava la tradizione culinaria, con prodotti da forno eccellenti. Rimanendo in scia, pure i negozi al dettaglio incarnavano e impreziosivano il territorio, non ancora invaso dalla grande distribuzione, eccezion fatta per la decana Coop, che si trovava in corso Roma, prima di trasferirsi nell’attuale sede, attorno al 1990. In tutto questo il rapporto umano risultava prioritario, incluso il medico di base, dove le sale d’aspetto divenivano luogo d’incontro, una volta formulata la canonica domanda: “Chi è l’ultimo?”. L’essenza dell’essere comunità, che si percepiva in ogni anfratto del paesello, dove la sostanza e il buon senso scavalcavano quelle formalità senza costrutto, preparandoci per il futuro, per quel Duemila che si attendeva con trepidazione e curiosità, ma una volta arrivato…

Piazza Cavour, il cuore di Trecate

Il cineteatro Silvio Pellico, all’epoca uno dei tre cinematografi trecatesi

Via Mameli, che collega la stazione FS con l’oratorio maschile

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