Abbiamo incontrato Stefano Roccio, 29 anni, biologo ricercatore presso l’Università di Utrecht. Originario di Cerano, in provincia di Novara che attualmente vive ad Amsterdam, in Olanda.
Da poco ha concluso un master in “Bio Inspired Innovation” presso l’Università di Utrecht e ora lavora come ricercatore nei laboratori dell’Università su biomateriali di nuova generazione realizzati combinando scarti agricoli e micelio fungino, la “radice” del fungo che si trova sottoterra.
Il micelio assorbe i nutrienti presenti negli scarti e agisce come collante, tenendo insieme il tutto e creando un materiale adatto a diverse applicazioni: pannelli fono e termo isolanti, elementi d’arredo, oggettistica di design e molto altro.
Parlaci del tuo libro e dei tuoi progetti: “Sono illustratore e autore del libro “La natura non ha copyright” edito da Beisler Editore, pubblicato nel mese di Settembre 2022. L’argomento del libro è la biomimesi, un approccio innovativo alla biologia dove lo studio di forme, processi ed ecosistemi presenti in natura ispira la realizzazione di nuove tecnologie sostenibili e circolari, applicabili in diversi settori: medicina, architettura, design, robotica e molto altro.
Tra gli esempi più famosi: uccelli che con il loro becco ispirano design per treni supersonici, le zampe dei gechi che ispirano nuovi adesivi privi di colla, lo studio della proboscide degli elefanti che ispira la realizzazione di braccia meccaniche più efficienti e sicure. Ho scelto il tema della biomimesi perché è stato ed è tuttora argomento sia di studio che di lavoro qui in Olanda.
E’ una disciplina innovativa e ancora poco diffusa e conosciuta, specialmente in Italia, ma con applicazioni che spesso troviamo sul nostro territorio o nelle nostre case. Pochi sanno che l’Italia, inoltre, è il paese europeo più ricco di biodiversità e dunque potenzialmente quello dove l’ispirazione che nasce dall’osservazione delle creature e dei processi naturali potrebbe dare maggiori frutti. Grazie al libro e alle mie illustrazioni ho modo di collaborare con diversi enti come WWF e Re-Soil o con Università svolgendo lezioni o realizzando materiale didattico o informativo su argomenti relativi ad economia circolare, tutela della biodiversità e tecnologie bioispirate”.
Stefano quali sono i tuoi progetti per il futuro: “In futuro mi piacerebbe continuare le mie ricerche sui funghi, in quanto organismi ampiamente sottovalutati ma con potenzialità enormi. Pensate che solo con le poche scoperte fatte finora, attraverso l’utilizzo dei funghi possiamo: realizzare materiale da costruzione ed isolamento, realizzare attraverso la loro lavorazione una pelle sintetica per sostituire la pelle animale, realizzare carne alternativa grazie al loro altissimo contenuto proteico, da essi possiamo estrarre in maniera completamente sostenibile e sicura pigmenti e principi attivi e alla base di molti farmaci. Mi piacerebbe in particolabiologor modo studiare la loro coltivazione in ambito spaziale, la quale potrebbe rappresentare un ottimo punto di partenza per la loro coltivazione e distribuzione come fonte di cibo proteico e sostenibile nei paesi più poveri e con climi estremi”.
Poi Stefano aggiunge: “Siamo a tutti gli effetti parte della natura. Se impariamo come osservarla in maniera macroscopica, microscopica e sistemica, capiremo che essa suggerisce quotidianamente, sotto i nostri occhi, milioni di strategie in grado di permettere alla razza umana non solo di sopravvivere sulla Terra nel lungo periodo, ma addirittura di creare profitti e guadagno, senza distruggere quella che è la nostra casa. Perché la natura, anche senza di noi, troverà sempre un modo per andare avanti e crescere rigogliosa”.
Grazie Stefano, è stato un vero piacere conoscere da vicino i tuoi progetti, grazie anche per i tuoi spunti e per le tue riflessioni e complimenti per i tuoi lavori.